La capogruppo regionale e responsabile nazionale sanità: “Il ministro Lamorgese non indugi oltre, la proroga concessa dal Cura Italia non vale per casi come questo”
“L’ultimo atto del miracolo De Luca è condensato in una relazione che giace da giorni sulla scrivania del ministro degli Interni su una gestione assolutamente deficitaria della Asl Napoli 1, frutto di un anno di verifiche della commissione d’accesso chiesta e ottenuta dal Movimento 5 Stelle. Una gestione lacunosa della quale, stando a quanto ricostruito dai magistrati della Dda, avrebbe approfittato la camorra, mettendo radici nella più grande azienda sanitaria del Mezzogiorno. Ed è per questo che rivolgiamo il nostro appello al ministro Lamorgese, affinché non indugi oltre nel procedere allo scioglimento della Asl Napoli 1. La proroga dei termini per procedimenti di questo tipo, concessa col decreto Cura Italia e a cui si appella oggi il ministro degli Interni, deve essere adottata per salvare procedimenti in scadenza, che rischierebbero di decadere e che necessitano di ulteriori approfondimenti, non certo per prendere tempo su un caso come questo, sul quale una commissione composta da uomini della polizia giudiziaria ha lavorato per circa un anno e dal quale dipende il diritto alla salute di oltre un milione di persone. Bisogna far presto, ogni giorno che passa è un giorno in più di diritti violati e assistenza negata a decine di migliaia di cittadini”. Lo dichiara la capogruppo regionale e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino.
“Oggi in Campania facciamo i conti con una pianificazione tesa a depotenziare il pubblico a beneficio dei privati e con una strategia di contenimento dell’emergenza sanitaria fatta di colpi di teatro, reparti inutili, ospedali da campo utili solo per spot a favore di telecamere e, nel mezzo, oltre un centinaio di milioni in dono alle cliniche e bandi stravaganti cuciti addosso a mega laboratori. Il miracolo De Luca si è rivelato per quello che è, un abile gioco di prestigio del quale si è alla fine scoperto il trucco. Un numero sul quale sono ora puntati i riflettori di Procura della Repubblica e Corte dei Conti e sul quale dobbiamo far calare il sipario una volta per tutte”.