Fase2: OroItaly, “una ripartenza al rallentatore. Necessarie misure strutturali concrete”

NAPOLI – Ad una quindicina di giorni dalla riapertura di buona parte delle attività commerciali per l’inizio della Fase 2 della Pandemia da Coronavirus, i dati dimostrano che le preoccupazioni e gli allarmi lanciati  da molte categorie produttive, non erano affatto fuori luogo. Ai dati drammatici di Confesercenti circa il crollo verticale del turismo e della filiera del food in Campania, si aggiungono le crescenti preoccupazioni per un altro settore completamente in ginocchio: l’artigianato. All’indomani dei dati di Confesercenti commentati dal presidente interregionale Vincenzo Schiavo, arriva puntuale la sottolineatura dell’Associazione OroItaly che in Campania rappresenta, nella filiera artigiana, l’eccellenza del Made in Italy: il settore orafo. Ad esordire è il presidente del sodalizio degli orafi Salvio Pace che riprendendo i dati Confesercenti ha puntualizzato: “Come il turismo che è il fiore all’occhiello delle attività produttive nazionali e regionali, così anche il settore orafo è stato lasciato in balia dei tempi senza un reale progetto di rilancio di una attività comunque legata al benessere non solo economico delle persone ma anche psicologico”. Pace ha poi concluso: ” In queste prime due settimane di riapertura abbiamo potuto constatare come sia grave la ferita inferta all’economia dal Covid-19, e di conseguenza, come siano stati inadeguati gli interventi del governo centrale”. A Pace fa sponda il segretario Generale Gianni Lepre che ha rimarcato: “Al governo e alle regioni le eccellenze del Made in Italy e quindi anche il settore orafo, hanno chiesto semplicemente di poter ripartire, quindi dalla riapertura della saracinesca, fino a tornare ad essere  competitive sui mercati. A questo il governo ha risposto con decreti farraginosi, dispersivi e soprattutto ingannevoli”. Lepre ha poi concluso: “Se lo Stato vuole veramente far risorgere l’economia, allora deve avere coraggio ed essere pronto ad azzerare tutto. Prendere per mano un Paese non vuol dire prestare soldi alle imprese ed ipotecarne il futuro, viceversa vuol dire destinare loro un fondo perduto che possa garantire una ripartenza. A tutto oggi, l’unico coraggio che abbiamo notato – ha chiosato Lepre – è stato quello di continuare a prendere in giro la categoria produttiva del Sistema Paese”.

 

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