Finalmente cominciano a scaldarsi i motori.
Il silenzio che, purtroppo, caratterizzerà gli spalti di tutti i circuiti motoristici del mondo verrà smorzato dall’assordante motore delle macchine più veloci e pericolose del motorsport.
Il campionato Indycar, fermato dal Covid-19, è pronto a ripartire con la “Genesys 300”. La prima tappa del mondiale sarà, infatti, una 300 miglia ospitata dal Texas Motor Speedway dell’omonima città, per poi trasferirsi nel tempio sacro di Indianapolis per la 500 miglia.
Sarà un mondiale diverso, senza tifo e senza i caratteristici colori tra gli spalti, ma lo spettacolo è garantito. Quest’anno, infatti, ci sono molti cambiamenti tecnici, specialmente a livello aerodinamico, e molte storie da raccontare.
Quattordici tappe, cinque ovali, un vincitore. Il trono, vinto lo scorso anno da Josef Newgarden, è ambito da molti piloti.
Proprio il 30enne americano ha l’ambizione di aggiungere in bacheca il terzo sigillo (dopo quello del 2017 e 2019), ma la competizione è accesa. Il pilota del Team Penske dovrà vedersela, innanzitutto, dai suoi due compagni di squadra Simon Pagenaud e Will Power.
I due, entrambi vincitori della 500 miglia di Indianapolis, hanno motivazioni ben precise per ambire alla vittoria. Pagenaud vuole bissare il successo del 2016 e; soprattutto, vuole togliersi la “macchia” di fenomeno mediatico ottenuta durante la quarantena dopo una gara virtuale che lo ha reso protagonista per un gesto antisportivo nei confronti del giovane pilota F1, Lando Norris. Power vuole dimostrare al team di non essere solo una comparsa ma di poter entrare nell’albo d’oro di questo sport.
Attenzione anche alla Andretti Autosport e alla Chip Ganassi Racing. La seconda, specialmente, punta su Scott Dixon e sui due svedesi Marcus Ericsson, ex Sauber F1 Team, e Felix Rosenqvist, che lo scorso anno ha guidato la Mahindra Formula E Team.
Guai finanziari per il Team Carlin. Dopo i “disastri” economici del Covid, la scuderia sarà costretta, nelle prime gare, a gareggiare con una sola vettura alla volta.
Ad Indianapolis tutti gli occhi saranno puntati su Fernando Alonso. La leggenda spagnola delle corse ambisce a vincere la 500 miglia per diventare il secondo pilota della storia a vincere la “Tripla Corona”.
Solo Graham Hill è riuscito a vincere: GP di Montecarlo (F1), 500 miglia (Indycar) e 24h di Le Mans. Alonso, al suo terzo tentativo ad Indianapolis, spera nell’impresa per diventare mostro sacro delle corse automobilistiche
Tra le novità più attese c’è l’introduzione dell’Aeroscreen, ovvero la struttura di protezione della testa del pilota. La struttura è ben diversa e ben più ingombrante rispetto all’Halo adottato in F1 e, da quest’anno, diviene elemento obbligatorio per le corse Indycar.
Non ci saranno tifosi, ma le premesse lasciano presagire una stagione esaltante.