State aspettando il vostro turno dal medico, ma c’è la fila. La donna accanto a voi legge un articolo di giornale e scuote la testa. Qualcuno le chiede di che si tratta. Lei spiega, l’altro commenta, un signore appena entrato vuole subito dire la sua, una giovane ragazza posa il cellulare per intervenire. “Sala d’attesa” porta sul palco del Napoli Teatro Festival Italia una grande ideale sala d’attesa
Dopo il successo della scorsa stagione, torna “Sala d’Attesa – The waiting room”, talk show teatralizzato ideato e condotto da Ettore De Lorenzo, giornalista e inviato Rai. Uno spazio dove discutere guardandosi negli occhi. Da un intreccio di voci, si espande e prende forma una trama fatta di musica, parole e immagini.
Al centro del dibattito “La Democrazia e le diseguaglianze”. La caduta del muro di Berlino da inizio all’epoca della globalizzazione, quello stesso periodo rappresenta anche l’alba dell’era digitale. Da quel momento in poi il capitalismo non ha più avuto ideologie antagoniste e le tecnologie hanno letteralmente sconquassato l’idea di democrazia alla quale eravamo abituati. Quello che ne consegue è un drastico divario di diseguaglianze tra esseri umani, una perdita di consistenza dei concetti come libertà, autonomia e autodeterminazione, una deriva sempre più forte dei processi di disgregazione sociale. Ovviamente, tutto, nel segno dell’omologazione. Senza ideologie contrapposte al turbo-capitalismo ci si chiede da dove riprendere il filo di un discorso critico per modificare il corso della storia. Attraverso lo scambio con il pubblico e grazie al contributo degli ospiti, si metteranno a confronto idee e visioni su altri mondi possibili per creare un futuro migliore.
In sala d’attesa si alterneranno per discutere dell’argomento: Mauro Barberis (giurista) – Paolo Macrì (storico) – Lamberto Maffei (direttore dell’Istituto di Neuroscienze del Cnr) – Daniele Zovi (scrittore e divulgatore) – Marco Musella (economista) – Paolo Iorio (Direttore Museo Filangieri di Napoli) – Antonio Trampus (membro del connsiglio direttivo della Società italiana per lo Studio dell’Età moderna e professore di Storia moderna alla Ca Foscari di Venezia) – Vincenzo Accurso (Operaio Whirpool e componente del Consiglio regionale della Uilm)
Sul palco, a tessere le fila della trama anche quest’ anno non poteva mancare “Bandaspè” la band stabile di “Sala d’attesa” composta da Giosi Cincotti, Carlo di Gennaro, Machi Di Pace, Ugo Gangheri ed Ernesto Nobili, con loro democrazia e diseguaglianze si trasformeranno in musica e parole.
E poi ancora la prosa, magistralmente rappresentata da Massimiliano Gallo.
Una commistione di generi e di arti per declinare il tema scelto per quest’anno toccando le corde dell’anima oltre che quelle della mente. Proprio come fa in tutti i suoi testi Giovanni Truppi, ospite musicale dell’edizione 2020 di “Sala d’attesa”.
L’imprevisto, l’ironia, la destabilizzazione e la curiosità sono elementi imprescindibili di ogni sala d’attesa che si rispetti, questo ruolo anche per quest’anno sarà affidato agli improvvisatori di Coffee Breacht che grazie alla loro arte ci aiuteranno a riflettere su “Democrazia e diseguaglianze”.
Chi non è riuscito a garantirsi un posto per partecipare dal vivo allo spettacolo, quest’anno avrà comunque la possibilità di assistere all’evento comunque in streaming gratuitamente sulla piattaforma Ecosistema digitale per la cultura della Regione Campania (https://cultura.regione.campania.it/en/web/teatro/live) e sui canali radio e video di CRC (Radio CRC Targato Italia e sul Canale 620 del Digitale Terrestre). Messi a disposizione da Napoli Teatro festival Italia.
Le installazioni di scena sono di Cristina Coppola, Raimondo Coppola, Armando Macchiarulo, Sara Pinto, Vienna Ruocco, Teresa Vita del laboratorio Extralab dell’Accademia di belle Arti Napoli coordinamento dei Prof. Rino Squillante e Marco Gallo