Si spegne così, a causa di due minuti di follia, il sogno dell’Atalanta di accedere alle semifinali di Champions League.

La squadra di Giampiero Gasperini lotta per 90 minuti, dimostrandosi superiore ai ben più blasonati avversari parigini, ma è costretta a cadere nei minuti di recupero a causa di un calo di concentrazione evidente. Una partita giocata ad armi pari contro una squadra la quale miglior giocatore (Neymar) prende uno stipendio pari al monte ingaggi di tutta l’Atalanta; una partita che inorgoglisce Bergamo e attesta la posizione dell’Atalanta come squadra ai vertici del calcio italiano; una partita che, però, non può essere ridotta ad alibi e che mostra, soprattutto nel secondo tempo, che l’inesperienza dei Neroazzurri ha giocato un brutto scherzo.

Eppure il primo tempo è stato il solito, arrembante, saggio di potenza e grinta che la squadra di Bergamo ha messo in tutte le partite del campionato. Gomez dà il primo squillo, segue l’incornata di Hateboer, ma Navas in entrambi i casi è bravissimo a leggere le traiettorie. L’Atalanta gioca un tempo da squadra europea, lottando su ogni pallone e costruendo le proprie fortune su un’identità di gioco ben precisa.

Il PSG di Tuchel, invece, pecca proprio dal punto di vista del gioco e della coralità e per 45′ si deve affidare alle invenzioni di Neymar.

O’Ney gioca il suo solito calcio sopraffino nello stretto, eppure sotto porta si rivela disastroso. Per due volte l’asso brasiliano ha avuto l’occasione per sbloccare il risultato ma, clamorosamente, spara a salve. L’Atalanta ha, senza mezzi termini, asfaltato i parigini su ogni aspetto tattico, specie sulle seconde palle in cui i neroazzurri sono stati sempre i primi ad arrivare. Ed è proprio su una seconda palla, venuta da un rimpallo, che Gasperini e i suoi trovano il vantaggio.

Zapata non riesce a controllare un pallone difficile che rotola tra i piedi di Pasalic che disegna una parabola imparabile con il suo sinistro. L’apoteosi bergamasca è di quelle da ricordare e, giustamente, tutti credono nell’impresa. Eppure la partita offensiva dei neroazzurri finisce lì.

Lo stesso Gasperini, in conferenza, nel post-partita si è lamentato del poco mordente offensivo dei suoi e, in effetti, complice anche l’infortunio del Papu Gomez, nel secondo tempo i suoi non hanno trovato gli spazi necessari.

Il PSG guadagna campo ma tira molto male, finchè Tuchel non effettua i due cambi che rivoluzioneranno la partita. Mbappè, nonostante fosse a mezzo servizio, semina il panico nella difesa atalantina e dimostra, qual’ora ce ne fosse bisogno, il suo enorme talento.  L’Atalanta arretra, non riesce più a rendersi pericolosa e il PSG si riversa in avanti inserendo Choupo-Moting.

Dopo il 90′ arriva la beffa. Neymar offre un cross basso in area di rigori, sporcato da molti giocatori tra i quali, l’ultimo a deviare, è Marquinhos che pareggia i conti. Mbappè fa la stessa cosa un minuto dopo ma stavolta è Choupo-Moting a segnare il gol che manda in semifinale il PSG.

L’Atalanta esce sconfitta a testa alta; ma anche con l’insegnamento che, per giocare in Champions, ci vuole ancora qualcosa in più.​

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