NAPOLI – Lunga e puntuale analisi quella del presidente di Confindustria Carlo Bonomi sull’attuale stallo istituzionale a seguito del Covid-19. Il nuovo innalzamento dei contagi ha portato non solo paura per un autunno incerto, ma anche sconforto nelle attività produttive del Bel Paese che non si sono viste nè rappresentate nè salvaguardata da un esecutivo a cui manca il coraggio di varare misure reali capaci di risolvere i problemi e non fare da palliativo a patologie terminali come le crisi economiche irreversibili. Proprio quest’ultima spaventa il presidente Bonomi, che ha lanciato il ‘Grande Patto per l’Italia‘. “In effetti, in una crisi irreversibile ci siamo entrati nel momento in cui il governo ha dato ampia prova di disinteresse e scollamento dalle problematiche che affliggono le imprese, gli indotti e tutte quelle filiere per le quali l’Italia è amata e apprezzata in tutto il mondo.” Questo il commento a caldo di Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai che ha poi continuato: “Sono pienamente in sintonia con Carlo Bonomi sul grande patto per l’Italia, anche se diffido della volontà del governo Conte bis di aggiustare una situazione che costerebbe troppo rispetto alle risorse detenute dall’attuale esecutivo e da quelle millantate per propaganda elettorale. Il numero 1 di Confindustria ha ragione da vendere: rischiamo di non uscirne più, anche in considerazione del fatto che nel pre Covid non è che stavamo molto meglio di adesso”. Lepre ha poi sottolineato: ” Mancano all’appello la bellezza di 400 e passa decreti attuativi; manca il piano di riforme da presentare all’Europa per il Recovery Fund; abbiamo all’orizzonte una nuova emergenza sanitaria che darebbe alle imprese il colpo di grazia; per finire con la Scuola, l’ultima grande incognita. Per dirla alla Bonomi, anch’io mi aspettavo un agosto diverso, rovente di misure e soprattutto di denari messe a disposizione del sistema produttivo. Ma ciò non è successo, e non solo: persino Bankitalia e Istat prefigurano un autunno infernale, e per farlo loro vuol dire che, per dirlo napoletanamente, l’acqua è poca e la papera non galleggia”.