Cifre astronomiche, secondo la CGIA di Mestre addirittura numeri che doppiano il valore dell’evasione fiscale. Un danno ai contribuenti italiani che supera i 200 mld di euro all’anno. Queste le cifre relative agli sprechi nella Pubblica Amministrazione. Lo studio effettuato, tenendo conto delle analisi di alcuni istituti di ricerca autorevoli, ha dimostrato come la “pubblica emorragia” come definita dall’economista Lepre, si attesti ben al di sopra delle cifre indicate qualche anno fa che davano uno standard di circa 80 mld. “Era stata molto ottimistica la mia previsione degli 80mld annui di spreco della macchina pubblica – esordisce il Prof. Gianni Lepre, opinionista economico del TG2 Rai – infatti la realtà è ben diversa e sfugge ad ogni considerazione, visto il profilo bassissimo nel quale si mantiene, trascinando viceversa nella gogna gli evasori fiscali, magari anche quelli la cui evasione è catalogabile come ‘da sopravvivenza’. Si resta basiti a leggere certi numeri ed a dover fare anche i conti con l’ipocrisia della politica nostrana che non ha confini”. Lepre poi continua: “A fronte dei 200 mld di sprechi della farraginosa macchina pubblica, troviamo la stima dei 110 mld di evasione fiscale, ovviamente calcolata sulla base del reddito delle categorie più deboli e delle PMI, le piccole e piccolissime imprese che non essendo colossi del marketing sono costrette a pagare fino all’ultimo centesimo i salassi delle imposte italiane, le più care in Europa, e, a detta di molti del mondo”. Il prof. Lepre ha poi concluso: “Ho come l’impressione che questa sorta di crociata contro l’evasione fiscale avviata dai due governi Conte mediante lotta al contante e bonus a dismisura per l’utilizzo del sistema elettronico di pagamento e quindi tracciabilità, non sia altro che un modo come un altro per distogliere l’attenzione pubblica sull’emorragia da sprechi nell’Amministrazione dello Stato, in quella macchina amministrativa che gocciola miliardi a destra e a manca senza una logica precisa, ma soprattutto senza controllo. Quindi, mi verrebbe di consigliare al governo centrale, prendendo in prestito la Bibbia, di non guardare la pagliuzza nell’occhio dell’altro se non hai prima tolto la trave che è nel tuo”.