Si è tenuta oggi, in video-collegamento, la Conferenza biennale dell’Untoc (United nations convention against transnational organized crime).
La conferenza è stata coordinata da Vienna dove ha sede l’Ufficio delle nazioni unite contro la droga e il crimine – Unodc che coordina la realizzazione dei progetti legati alla Convenzione.
La Convenzione di Palermo (località dove è stata firmata nel 2000), è il primo trattato giuridicamente vincolante che le Nazioni Unite abbiano mai promosso nell’ambito della lotta contro il crimine e quest’anno celebra il ventennale dalla firma.
I lavori sono stati aperti da Ghada Waly, direttore esecutivo di Unodc e, per l’Italia, dal vice ministro per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale, Marina Sereni.
Per l’Italia sono intervenuti il capo della Polizia Franco Gabrielli, il procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, il procuratore Generale della Corte di cassazione Giovanni Salvi.
Il prefetto Gabrielli in collegamento dal ministero dell’Interno, era accompagnato dal vice capo della Polizia preposto all’attività di coordinamento e di pianificazione Alessandra Guidi, dal vice capo della Polizia- direttore Centrale della polizia criminale Vittorio Rizzi, da Maria Teresa Sempreviva, direttore dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia e da Eufemia Esposito, direttore del Servizio II per le Relazioni Internazionali dell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia.
Nel corso del suo intervento, il capo della Polizia ha sottolineato come la Convenzione rappresenti “La cornice giuridica più ampia e lo strumento più attuale ed importante per la cooperazione di Polizia”. Ricordando alcune importanti operazioni condotte in collaborazione con le polizie estere, il Prefetto ha sottolineato “Quanto il crimine organizzato sia pericolosamente presente a livello globale”.
Il direttore generale della Pubblica Sicurezza ha inoltre evidenziato l’importanza della formazione con l’istituzione, in Italia, di una “Scuola internazionale di alta formazione che, solo negli ultimi cinque anni, ha organizzato più di 40 corsi, con 600 partecipanti stranieri di 120 Paesi dei vari continenti, per condividere le migliori prassi e le esperienze nella prevenzione e nella repressione dei fenomeni criminali”.
Gabrielli si è soffermato particolare attenzione sulla “Dimensione economica del crimine, utilizzando strumenti che, nell’esperienza italiana, si sono rivelati particolarmente efficaci, come le indagini finanziarie e la cooperazione internazionale per il sequestro e la confisca dei proventi di reato”.
Il Capo della Polizia ha poi concluso: “ci apprestiamo a celebrare il ventennale della Convenzione di Palermo. È un momento epocale, che non dobbiamo perdere, per rilanciare il tema del contrasto alle associazioni criminali con rinnovata sensibilità, attualità e consapevolezza”.
L’accordo, firmato da 190 Stati, mira a superare la prospettiva meramente nazionale del contrasto di quei reati transnazionali che, per la loro gravità, richiedono invece un approccio universalistico, quali, tra gli altri, il riciclaggio, l’associazione per delinquere e la corruzione, nonché le condotte illecite transnazionali tenute da persone giuridiche.
Tre protocolli annessi alla convenzione fissano l’attenzione sulle priorità dell’azione dell’Untoc: prevenzione e repressione della tratta di esseri umani, in particolar modo donne e bambini, contro il traffico di migranti via terra, mare e aria e contro il traffico illecito di armi da fuoco.