GUARDIA DI FINANZA: FATTURE FALSE NEL COMMERCIO DI PRODOTTI PETROLIFERI. SEQUESTRI PER OLTRE 59 MILIONI DI EURO.

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Le Fiamme Gialle di Trieste e Napoli, coordinate dalla Procura della Repubblica
partenopea, hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo finalizzato alla confisca “per
equivalente” di beni del valore di oltre 59 milioni di euro nei confronti di cinque soggetti
ritenuti responsabili di una frode fiscale nel settore della commercializzazione di carburanti
per autotrazione.
Tale attività costituisce il prosieguo investigativo di indagini che avevano già portato al
sequestro eseguito in data 30 marzo 2021 nei confronti della PETROLIFERA ITALIANA
S.r.l..
Con il nuovo provvedimento di sequestro esteso il GIP ha ampliato la portata della
originaria misura ablatoria sulla scorta di ulteriori attività eseguite dai Nuclei PEF Napoli e
Trieste. In forza dei nuovi approfondimenti è stato possibile estendere le contestazioni dei
reati fiscali anche nei confronti dei gestori di fatto della società e disporre il sequestro di
provviste – anche nella forma “per equivalente” – in relazione ad ulteriori ipotesi di violazioni
fiscali (utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti) tanto ai rappresentanti
legali quanto ai gestori di fatto della società.
L’importo sequestrato è rappresentato dalle imposte evase ed ammonta a oltre 59 milioni
di euro.
Le originarie contestazioni attenevano alla presentazione di dichiarazione fraudolenta di
imposta per l’anno 2017 dalla Petrolifera Italiana srl e all’omessa dichiarazione per l’anno
2017; si aggiungono ora le ipotesi di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per l’anno
2017 e l’emissione di fatturazioni fasulle per l’anno 2018, per oltre 30 milioni di euro di fittizi
acquisti e cessioni di carburante da parte della Petrolifera Italiana con diverse società
fantasma, tra cui Italyan Petroli S.r.l., Giuliana Petroli S.r.l. e le ditte individuali Auletta
Group e Vincent Group; ciò ha comportato l’evasione dell’Imposta sul Valore Aggiunto per
circa 7 milioni di euro.
Secondo la ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle ed in ragione della istruttoria svolta
dalla Procura della Repubblica di Napoli, la Petrolifera Italiana si sarebbe collocata al
centro di un complesso gruppo di imprese dislocate sull’intero territorio nazionale.
I titolari di fatto dell’azienda, in concorso con i gestori legali della società, hanno venduto
milioni di litri di prodotti energetici a società cartiere fittiziamente dichiaratesi “esportatori
abituali” che proprio in virtù di tale falsa qualifica potevano acquistare i prodotti senza
applicazione dell’I.V.A.
Successivamente, le società acquirenti rivendevano gli stessi prodotti applicando l’IVA al
cliente finale che però poi non la versavano all’Erario (meccanismo fraudolento tipico della
cd. “frode carosello”).
Per effetto delle condotte contestate, oltre al milionario danno all’Erario, la PETROLIFERA
ITALIANA S.r.l. avrebbe negli anni assunto una posizione dominante sul mercato
stravolgendo di fatto anche le regole della concorrenza.

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