“Bambini sperduti”: mostra fotografica sull’infanzia negata

Superare il muro dell’indifferenza e della discriminazione razziale. Questo il tema della mostra intitolata “Bambini sperduti”. Fortemente voluta per sensibilizzare l’opinione pubblica, l’iniziativa è stata supportata dalle istituzioni comunali di Napoli, grazie al  patrocinio dell’Assessore all’Istruzione, Cultura e Turismo Annamaria Palmieri, dal prof. Umberto Palma, Presidente Nazionale CONADI, nonché autore della mostra, dal  direttore artistico dell’evento Domenico Pesce. Fino al 30 luglio sarà possibile ammirare tutte le opere degli artisti che ne hanno preso parte. La magia del disegno a colori e in bianco e nero unita all’ attimo della fotografia rappresentano “lo specchio” di una realtà triste e contraddistinta dallo sfruttamento dei minori, dalla povertà, dalla discriminazione e dalla violenza fisica e psicologica verso i bambini di tutto il mondo. Una denuncia “visiva” contro una piaga sociale senza distinzioni di razza e religione. Una prospettiva “immortalata”  e che sottolinea ancora una volta che dietro un muro di indifferenza c’è chi intende evidenziare un pregiudizio al fine di rendere più semplice e felice un futuro agli “inermi” e agli “invisibili”. Le opere a distanza di soli cinque giorni, ossia dall’inaugurazione della mostra hanno riscontrato un grande successo mediatico, partito da  Napoli e giunto sino in Svizzera e da numerosi Comuni italiani.

“Questa mostra è una rappresentazione dell’attimo, dell’istante-spiega uno degli artisti- Va’ oltre il colore della pelle e l’etnia di un bambino. È importante il momento. Saremo anche a Palermo e porteremo il progetto in tutta Italia. Vogliamo, attraverso la grafica e fotografia, dare un pugno alla drammaticità. Sono stato per anni in Niger. Lì la situazione è drammatica. C’è una povertà assoluta e le truppe americane, cinesi, giapponesi ed europee depredano i ricchi materiali nel sottosuolo. In Africa si muore. Nelle mie foto ho voluto rappresentare il bello. Il sorriso dei bambini che non hanno niente e comunque non piangono. Nessuno sceglie di venire al mondo, dobbiamo fare in modo che i diritti dei più piccoli siano rispettati”.

“I miei disegni sono ispirati alle fotografie di Paola Bruno- aggiunge Paola Pacilio- Io ho rappresentato i bambini a prescindere dalla provenienza. Ogni soggetto è riflesso dagli occhi e dal punto di vista di un altro. Ho tradotto le sue foto trasformandole in bambini diversi mantenendo lo sguardo di chi chiede aiuto e di chi ha la voglia di giocare”.

L’ingresso alla mostra è gratuito. E’ possibile lasciare un piccolo contributo economico facoltativo, nella speranza  di garantire un futuro migliore a chi ‘non ha scelto di nascere’.

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