“Probabilmente mio fratello, da prete, avrebbe perdonato, ma io non sono un prete e non perdono un assassino come Nunzio De Falco. Doveva morire da solo in cella, come accadde a mio fratello”.
“Non ce l’aspettavamo – dice Emilio Diana – anche perchè ritengo sarebbe stato più giusto che un assassino come De Falco morisse in carcere. Ed invece potrà morire con accanto l’affetto dei suoi familiari, cosa che mio fratello non ha avuto. E’ questa la cosa che mi fa star più male” conclude Emilio Diana.
De Falco stava scontando la pena al carcere di massima sicurezza di Sassari; secondo quanto emerso dai processi, fu De Falco a ordinare al killer Peppe Quadrano di uccidere don Diana, che dava fastidio ma soprattutto aveva osato sfidare apertamente il potere dei boss in un periodo, erano gli anni ’90, in cui nessuno lo faceva. De Falco fu catturato in Spagna nel novembre 1997 e poi estradato; secondo la magistratura fu sempre lui a ordinare l’omicidio, avvenuto nel 1991 a Cascais (Portogallo), di Mario Iovine, braccio destro del fondatore e capo dei Casalesi Antonio Bardellino.