Migranti stranieri in calo, l’Italia attrae meno: il rapporto Ismu 2021

La popolazione straniera in Italia si sta riducendo: si stima che all’1 gennaio 2021 gli stranieri presenti in Italia siano 5.756.000, 167mila unità in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-2,8%). Questo uno dei dati più interessanti emersi dal Rapporto Ismu sulle migrazioni 2021, come riferisce Livia Elisa Ortensi, responsabile settore Statistica di Fondazione Ismu nel corso della presentazione della XXVII edizione dello studio che si è svolta alla Camera di Commercio di Milano.

“Tra gennaio 2020 e 2021 si registrano 167mila stranieri in meno- dice Ortensi- di cui il 91% sono migranti regolari, ed è il secondo anno consecutivo che si osserva un decremento”. Un dato nuovo, che si può spiegare in parte con “l’aumento nell’ottenimento della cittadinanza. Tuttavia- chiarisce la responsabile- le 100mila nuove cittadinanze che si contano in media all’anno sono di solito più che compensate da nascite e nuovi ingressi. Nel 2020 invece è mancata la componente dei nuovi ingressi, scesi di circa il 40%”.

Una fotografia che, va ricordato, prende in esame il 2020, l’anno dell’inizio della pandemia, dei lockdown e del blocco dei voli. Nulla a che fare con la componente degli ingressi che deriva dagli sbarchi che, “sebbene ricevano un’attenzione mediatica maggiore”, e di cui “disponiamo di dati aggiornati fino al secondo trimestre 2021, rappresentano una componente estremamente esigua rispetto alla popolazione straniera: 67mila unità contro gli oltre 5 milioni e settecentomila stranieri”.

Sul tema degli sbarchi, Ortensi puntualizza ancora: “Nel 2021 sono aumentati ma siamo lontani dai numeri della cosiddetta ‘crisi migratoria’ del 2014-2015. Inoltre, non abbiamo evidenza che la gran parte delle persone si fermi”. L’Italia appare così “un Paese sempre meno attraente, ma questo varia molto a seconda della nazionalità di origine”. Ad esempio, “sono tornati a crescere i cittadini dal Nord Africa, come gli egiziani, che ora figurano al secondo posto quando negli anni precedenti non erano neanche tra le prime dieci nazionalità in arrivo”. Ortensi riferisce che questo si spiega col fatto che tale regione “ha sofferto molto gli effetti economici della pandemia”.

Molti anche i tunisini che però “solo in otto su 100 fanno richiesta d’asilo nel nostro Paese, mentre la maggioranza dei pachistani considera l’Italia la meta finale”. Se restano stabili gli arrivi dall’Africa subsahariana, crollano quelli dall’America latina “a causa della pandemia e la sospensione dei voli come misura di contrasto alla diffusione del virus, dato che quei migranti usano l’aereo”.

Quanto alle richieste d’asilo, stando allo studio Ismu i dinieghi sono passati dal 76% del 2020 al 57% nei primi due trimestri del 2021, per via della nuova normativa introdotta. Il dato però secondo Ortensi “è destinato a scendere ancora per via delle migliaia di afghani arrivati in Italia col ponte aereo di agosto, avendo ottenuto automaticamente lo status di rifugiati”.

La responsabile settore Statistica della Fondazione riferisce poi che “all’1 gennaio 2020 avevamo visto una flessione nella popolazione irregolare, mentre quest’anno la stima è che siamo intorno alle 519mila persone”. Un dato che risente della regolarizzazione avviata nel 2020 per colf, badanti e braccianti agricoli, che sebbene “finora sia andata a buon fine nell’83% delle richieste presentate, risulta un processo molto lento, il cui impatto sui numeri non è ancora visibile”.

Infine, interessante il dato sulle mortalità tra gli stranieri: “Il numero di decessi è aumentato del 23% rispetto al biennio 2018-2019 – dice Ortensi – contro il 17% osservato tra gli italiani, e questo nonostante il fatto che la popolazione straniera sia più giovane, e quindi teoricamente meno esposta ai rischi della pandemia di Covid-19, che sembra essere più pericolosa per gli anziani”.

Si tratta di numeri modesti – 9mila decessi – ma, come evidenzia l’esperta, “la fragilità degli stranieri non ci sorprende perché le pandemie storicamente tendono a colpire gli stranieri e le popolazioni più deboli. Già nel maggio 2020 i rapporti dell’Istituto superiore di sanità avvertivano di un maggior rischio di ospedalizzazione degli stranieri a causa di ricoveri tardivi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *