Prima applicazione, nell’aula di Palazzo della Consulta, delle nuove regole sullo svolgimento delle udienze davanti alla Corte costituzionale.

Stamattina, come già avviene nelle Corti europee e anglosassoni, la trattazione delle cause è stata segnata dal dialogo (anche serrato) fra giudici costituzionali e avvocati. E ciò per effetto delle novità introdotte dalle “Norme integrative per i giudizi davanti alla Corte costituzionale”, approvate a maggio dalla Consulta, pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 31 maggio 2022 e completate da un decreto del Presidente Giuliano Amato.

Ecco in sintesi le novità.

Cinque giorni prima di ogni udienza, il giudice relatore può rivolgere domande scritte agli avvocati della sua causa.

La relazione iniziale dell’udienza è sostituita da una sintetica introduzione del giudice relatore, di regola non superiore a cinque minuti.

Nel corso dell’udienza, ciascun avvocato (o collegio difensivo) ha a disposizione, di regola, quindici minuti per esporre le proprie difese e rispondere alle domande scritte del relatore.

Ciascun giudice – non solo il relatore – può però interloquire direttamente con gli avvocati, anche interrompendoli con domande e obiezioni, arricchendo così la discussione della causa.

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