Garante privacy: AI, umanizzare la tecnica e non macchinizzare l’uomo

Si è aperto a Torino, nella bellissima cornice di Palazzo Reale, il Convegno “La protezione dei dati: da 25 anni la bussola del futuro” organizzato nell’ambito delle celebrazioni per i 25 anni del Garante.

Nel suo saluto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha sottolineato l’importanza e l’estrema attualitàdel tema delle garanzie. “E’ un bene – ha aggiunto – che il Garante non sia “simpatico” a nessuno, non deve esserlo perché oggi la proprietà del dato diventa fattore determinante per la tenuta dei valori democratici e del sistema economico”.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio, ha evidenziato come si stia vivendo un’era di cambiamento epocale e quindi quanto sia fondamentale il lavoro del Garante per trasmettere e spiegare all’opinione pubblica “il valore della protezione dei dati personali”.

Il Vice Ministro del MISE Gilberto Pichetto, ha sottolineato come il Garante abbia nell’ambito del suo ruolo anche una funzione fondamentale che è quella di tutela dei consumatori più fragili che rischiano di essere travolti dalle nuove tecnologie.

Nel suo intervento di apertura dei lavori, Agostino Ghiglia componente dell’Autorità Garante e organizzatore del convegno ha evidenziato come lo sviluppo vorticoso della tecnologia, ci metta di fronte a scambi, sino a pochissimi anni fa impensabili, nei processi di interazione tra uomo e macchina in cui l’uomo si macchinizza e la macchina si umanizza.

“La sfida dei prossimi anni quindi, è umanizzare la tecnica e non macchinizzare l’uomo rendendolo amorfo, un automa routinario che cede alle macchine troppa parte della sua vita” ha affermato Ghiglia. “Se le macchine debbono essere strumenti a servizio dell’uomo è fondamentale che l’uomo nell’utilizzarle non perda mai il controllo della sua individualità e della capacità di autodeterminarsi, che non confonda mai il mezzo con il fine e che, soprattutto, non deleghi il fine al mezzo”.

La scelta dell’Unione Europea di dotarsi di un Regolamento generale sull’Intelligenza Artificiale (Artificial Intelligence Act del 21 aprile 2021) appare, quindi, fondamentale e la sua approvazione definitiva è sempre più urgente. “Come il GDPR – ha continuato Ghiglia  –  ha avviato la “rivoluzione” globale della protezione dei dati (ricordiamo che ha richiesto più di quattro anni di negoziazione e sei anni prima dell’entrata in vigore), anche il Regolamento sull’IA dovrà auspicabilmente diventare uno standard globale traendo influenza e ispirazione dal GDPR e fungendo da catalizzatore per un processo di regolamentazione internazionale.”

In questo scenario – ha concluso Agostino Ghiglia – dobbiamo essere consapevoli che “la rivoluzione digitale in atto non è semplicemente un’evoluzione tecnologica ma una nuova scoperta del fuoco che porterà, però, ad una tempistica evolutiva difficilmente immaginabile. In tale ambito, la nostra Autorità dovrà assumere un ruolo centrale nella definizione di regole che, coniugando innovazione tecnologica e diritto, consentano di congiungere i benefici offerti dal progresso scientifico con la garanzia del rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona”.

 

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