Venerdì scorso, 23 Settembre, si è svolto in tutto il mondo, in ogni continente, lo sciopero globale per il clima. Focus: la necessità di rimettere al centro il benessere delle persone per sconfiggere la crisi climatica, superando un modello che pone i profitti come priorità.

In oltre 70 città del nostro paese le persone scioperano da scuola e lavoro, partecipando a manifestazioni e cortei. In Italia la data ha una valenza speciale, dato che essa cade a soli due giorni dalla data delle elezioni politiche. Lo sciopero ha costituito anche il culmine del lavoro svolto da Fridays For Future durante la campagna elettorale, per portare al centro del dibattito pubblico i temi e le misure necessarie per risolvere la crisi climatica e per garantire supporto alle persone più colpite dagli effetti della crisi energetica.

Queste proposte, alcune delle quali sono raccolte nell’“Agenda climatica” (consultabile qui: https://fridaysforfutureitalia.it/lagenda-climatica/ ), sono il fulcro delle rivendicazioni della mobilitazione, senza tralasciare ovviamente la narrativa del #PeopleNotProfit, (persone, non profitto), e cioè per una giustizia climatica globale.

Lo scopo della protesta è stato quello di riportare la crisi climatica e le soluzioni per affrontarla, grandi assenti durante il dibattito elettorale, di nuovo al centro dell’attenzione pubblica, ha spiegato Agnese Casadei, portavoce di Fridays for future Italia: “Rischiamo che essi vengano sprecati da un Parlamento che non vede la questione climatica come prioritaria. Non possiamo permetterci che questo accada: la politica deve sapere che ignorare questo problema non è un’opzione se vuole ottenere il consenso da parte dei cittadini. Deve sapere anche che non agire oggi significa essere complici criminali della crisi più grande della storia dell’uomo”.

Aggiunge Mathias Mancin, portavoce di Fridays for Future Italia: “La partecipazione dei cittadini alla politica non può ridursi a mettere una crocetta un giorno. I cittadini dovrebbero poter dettare i temi di cui la politica si deve occupare, ma molti dei più gravi problemi degli italiani – la povertà energetica, la disoccupazione, la crisi climatica – sono invece rimasti senza risposte serie in questa campagna elettorale, lasciando milioni di persone senza una vera rappresentanza. Vogliamo portare in piazza la nostra voce non rappresentata. Se la politica vuole il nostro voto, deve ascoltare la nostra voce.”

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