La presidente del Consiglio italiano ha dato un chiaro indirizzo al dibattito sul meccanismo “salva stati”, nonostante la spaccatura nella maggioranza. Le decisioni sul Mes potrebbero essere rimandate a settembre dopo la pausa estiva. Nel frattempo, si sta discutendo se slittare l’esame del Mes in Aula alla Camera. Al di là di questa questione, c’è anche il caso della ministra del Turismo Daniela Santanchè, che ha suscitato polemiche. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha assicurato che la ministra fornirà tutte le spiegazioni necessarie davanti al Parlamento riguardo alla gestione delle sue aziende.

Durante un forum sui migranti in Austria, il primo ministro ha affrontato il tema del Mes affermando che il Parlamento aveva votato una mozione che chiedeva al governo di non ratificarlo, specialmente in attesa delle decisioni sulla governance complessiva, come la legge di stabilità, l’unione bancaria e le garanzie dei depositi. Pertanto, ha auspicato che chi ha fissato l’esame del Mes a questo momento riconsideri la decisione.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato che il Mes è un meccanismo obsoleto e che mancano controlli adeguati. Ha sottolineato che la critica non è sovranista, ma europeista.

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha chiesto che il Mes possa essere utilizzato come elemento di politica industriale per favorire la crescita economica e sociale del Paese. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha concordato sull’importanza di utilizzare le risorse europee per gli investimenti.

Nonostante ciò, le polemiche politiche riguardo alla questione del Mes e al caso Santanchè continuano. Alcuni esponenti politici chiedono chiarezza e dimissioni, mentre la ministra si dice pronta a riferire in Aula se richiesto.

In sintesi, il dibattito italiano sul Mes e il caso Santanchè stanno generando tensioni all’interno dell’Esecutivo e della maggioranza, con diverse posizioni che si scontrano sulla ratifica del Mes e sull’importanza di utilizzare le risorse europee per la crescita del Paese.

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