Secondo i servizi d’intelligence ucraini (Gru), i russi stanno gradualmente riducendo il numero di addetti alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia, da loro occupata. Entro il 5 luglio, anche ai tecnici di Rosatom, l’ente per l’energia nucleare russa che gestisce l’impianto, e a quelli ucraini che hanno firmato un contratto con essa è stato “consigliato” di lasciare.
Kiev sostiene che la centrale atomica è stata precedentemente minata dai russi. Il Gru ha riferito sul proprio canale Telegram che “il contingente di occupazione sta gradualmente lasciando il territorio dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia”.
In un’altra notizia, il capo dell’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, ha affermato in un’intervista a The War Zone che l’Fsb russo è stato incaricato di liquidare il leader della Wagner, Yevgeny Prigozhin, dopo il fallito ammutinamento dello scorso fine settimana. Budanov ha dichiarato: “Sappiamo che l’Fsb è stato incaricato di assassinare Prigozhin. Riusciranno a farlo? Vedremo con il tempo…”.
Nel frattempo, il ministro russo degli Esteri, Serghei Lavrov, ha dichiarato che la Russia non vede alcuna ragione per estendere l’accordo sul grano ucraino, sottolineando seri dubbi sull’adeguatezza di molti leader occidentali. Inoltre, è stata annunciata l’attivazione di una nuova batteria di sistemi antimissili S-400 in Bielorussia, secondo il ministro bielorusso della Difesa.
Lavrov ha anche comunicato che Mosca intende spingere per un’espansione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a Paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America. Inoltre, la Russia avvierà una propria inchiesta per scoprire la verità sui diritti dei bambini in Ucraina.
Nel contesto delle tensioni, gli Stati Uniti hanno valutato l’approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms per l’Ucraina. Secondo il Wall Street Journal, l’Atacms ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto oltre le linee del fronte, incluso in Crimea, da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. Sebbene Joe Biden non abbia ancora dato il suo consenso, ci sono segnali di apertura anche tra i più riluttanti nel governo statunitense, a partire dalla Casa Bianca.