Oggi è il giorno dell’ultimo saluto a Michela Murgia, scrittrice e attivista morta giovedì sera a 51 anni per un carcinoma al rene. Il funerale si terrà a Roma, alla Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, alle 15.30. A maggio l’autrice di Accabadora aveva annunciato di essere malata e di avere avanti a sé pochi mesi. E così è stato.

Murgia ha trascorso l’ultimo periodo lottando per i diritti che le stavano più a cuore: la difesa di una famiglia non tradizionale, parlando della sua “famiglia queer”. A luglio ha sposato il compagno Lorenzo in articulo mortis. Un’unione che lei stessa ha definito necessaria per vedere riconosciuti dei diritti al suo compagno. “Con Michela abbiamo lavorato mesi per una battaglia che è quanto mai urgente: tutelare ogni tipo di famiglia o relazione non tradizionale.

“Voglio esprimere sincere condoglianze alla famiglia e agli amici della scrittrice Michela Murgia. Era una donna che combatteva per difendere le sue idee, seppur notoriamente diverse dalle mie, e di questo ho grande rispetto”, ha scritto su Twitter la premier Giorgia Meloni.

Su Instagram Elly Schlein ha ricordato così la scrittrice: “L’amore dentro l’amicizia. L’intreccio delle lotte contro i sistemi oppressivi. I legami che hai intessuto vivono, anche per capire insieme come essere, dopo di te. Ma comunque, sempre, con te. Continueranno le tue parole a cambiare vite. La tua voce a essere cura. Avere cura. E graffio irriverente, contro ogni ipocrisia e discriminazione. #Murgia”.

Matteo Salvini ha pubblicato una foto con su scritto: “Una preghiera”. Mentre Giuseppe Conte l’ha definita “una voce libera”.

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