Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, si è complimentato con forze dell’ordine e investigatori per l’operazione condotta oggi dai carabinieri a Giugliano in Campania, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, all’esito della quale è stato tratto in arresto Luigi Cacciapuoti – soggetto considerato a capo dell’omonimo clan operante nel territorio di Villaricca e nei comuni limitrofi – il quale, condannato a 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, si era da tempo reso irreperibile. “Proseguono, in Italia e all’estero, gli arresti di pericolosi latitanti, frutto delle capacità operative e dell’impegno delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, al lavoro ogni giorno, nei più diversi scenari, per garantire la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico. A tutti loro va il mio ringraziamento”, ha detto Piantedosi.

Il clan ‘bicefalo’ Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, comune dell’hinterland di Napoli, storicamente rientra (con quello Nuvoletta di Marano di Napoli e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e militarmente contrapposto alla Nuova Camorra Organizzata, capeggiata dal defunto Raffaele Cutolo. Con gli anni, poi, gli assetti e il modo di operare sono cambiati e il clan di Villaricca ha sempre più sviluppato la sua vocazione imprenditoriale, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, della commercializzazione di generi alimentari e, in particolare, degli idrocarburi. Un duro colpo al clan Ferrara-Cacciapuoti è stato assestato all’inizio dello scorso mese di giugno quando Carabinieri e Gdf, coordinati dalla Dda, hanno notificato 19 arresti. Il clan, è emerso, sviluppava un ricco volume d’affari, come dimostrato dal ‘business’ delle undici società sequestrate – 16 milioni all’anno – ma anche dall’alto tenore di vita degli affiliati. Per capirlo, basti citare una intercettazione agli atti dell’inchiesta, nella quale uno dei boss, Francesco Ferrara, ricordava una lussuosa vacanza in Sardegna risalente al 2010 costatagli tra gli 80 e i 90mila euro. “Pero’, quell’ anno – aggiunge Ferrara – io ho guadagnato un milione e mezzo”. Luigi Cacciapuoti è considerato elemento di vertice dell’organizzazione camorristica, che vantava ottimi rapporti, anche d’affari, con federazioni criminali di rango come l’Alleanza di Secondigliano e, come detto, il clan dei Casalesi. Rapporti in cui l’unica cosa che conta sono gli affari. E nulla deve interferire. Accanto all’imprenditoria il clan di Villaricca gestiva anche il traffico di droga, le estorsioni e aveva un’importante disponibilita’ di armi. Infatti se a occuparsi degli affari, hanno evidenziato le indagini, erano i Ferrara, ai Cacciapuoti invece era stata delegata l’ala militare.

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