«Mentre auguriamo un buon inizio d’anno scolastico a tutti, noi dirigenti scolastici non possiamo non rimanere silenti sui problemi- a volte veri e propri danni- che la scuola italiana, e con lei tutti gli operatori, devono affrontare». Così il sindacato Dirigentiscuola che rappresenta i presidi italiani. «Le classi sono state aperte con un gravissimo vulnus: più di duemila istituti hanno metà dirigente. Ma l’urgenza più imminente è la procedura dell’inserimento dei progetti legati al Pnrr. I presidi devono compiere tutti gli atti entro fine mese. Ma, problemi tecnici, organizzativi e gestionali legati alle piattaforme rendono la scadenza impossibile da rispettare. Tutto questo, insieme alle carenze strutturali degli edifici, con aule inagibili, cattedre vacanti, mancanza di protocolli da parte del ministero per fronteggiare i nuovi casi Covid, rende il nostro lavoro difficile, a volte impossibile. Noi auspichiamo che le misure contro la dispersione scolastica varate dal governo proseguano in modo complementare a quelle definite dalle istituzioni autonome e agli interventi educativi e didattici pensati “nel e sul” territorio. Per questo motivo, i dirigenti scolastici si aspettano che su tutto il territorio nazionale, in tempi brevi , sia assegnato un dirigente per ogni istituzione scolastica autonoma, che il fenomeno delle reggenze sia un lontano ricordo, che si prenda coscienza dell’importanza di avere un organico docente stabile nel tempo, che la piaga del precariato abbia una fine e soprattutto che ogni scuola possa contare su un organico ampio e variamente qualificato, attraverso un aumento dei posti di potenziamento, con i quali e per mezzo dei quali realizzare proposte progettuali articolate, continue e, soprattutto, pensate per la specificità del territorio. Con le ultime misure urgenti varate dal governo pare finalmente arrivato il momento di dare all’istruzione quella centralità sociale e culturale che merita, avendo acquisito consapevolezza che il danno derivante dalla mancanza di istruzione è evidentemente enorme, per il singolo e per l’intera collettività. Sarà compito della scuola evitare che lacune e ritardi nell’acquisizione di competenze possano compromettere le prospettive di crescita personale, culturale e professionale degli studenti prima, dei cittadini poi. E per fare questo le scuole hanno bisogno di risorse strumentali, ma anche e soprattutto umane», conclude DirigentiScuola.