Una disputa di confini tra due Comuni del Salernitano, che dura da decenni, è stata risolta di recente dal Consiglio di Stato che ha assegnato la ‘zona contesa’, finora ricadente nel territorio di Sant’Egidio del Monte Albino a quello di Pagani: ma i circa 1.300 cittadini costretti a traslocare non ci stanno ed oggi si sono riuniti in una assemblea pubblica, un sit-in all’aperto, per ribadire che venga rispettata la loro storia. Loro, hanno detto, da sempre sono, e si sentono, cittadini di Sant’Egidio. Il passaggio da un Comune all’altro, decisione che il prefetto è impegnato a far rispettare, avrà tutta una serie di conseguenze per i cittadini, anche sul piano burocratico e amministrativo, ma il problema – ha scritto nei giorni scorsi su Fb il sindaco di Sant’Egidio, Antonio La Mura – ha soprattutto “a che fare con la storia, le radici, l’identità e la cultura di un popolo”. E non è giusto sradicarle dal loro Comune perchè sono persone “che a Sant’Egidio sono nate, sono cresciute, hanno frequentato la scuola, hanno costruito le loro relazioni, hanno scelto di vivere, votano, si sono sposate e hanno messo su famiglia”. Concetto ribadito dai manifestanti, che hanno esposto uno striscione che non lascia dubbi: “La storia non si cancella. Sant’Egidio è la mia città”.

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