Nel 2015, dovendo scrivere un articolo sull’Italia dei vulcani e dei terremoti, intervistavo il prof. Marcello Martini, vulcanologo, già direttore dell’Osservatorio Vesuviano, il quale spiegava la situazione dei Campi Flegrei, e del sollevamento continuo, anche se molto lento, pari a circa 30 centimetri in 10 anni.
Secondo la rivista Geopop i Campi Flegrei sono uno dei vulcani più pericolosi del mondo
https://www.geopop.it/campi-flegrei/
“È impossibile prevedere con esattezza cosa potrebbe succedere in caso di eruzione dei Campi Flegrei – si legge -. In questo caso poi sono presenti difficoltà ancora più alte: solitamente si ha un’unica bocca di emissione, mentre qui le possibili bocche eruttive possono essere molteplici e in zone anche distanti le une dalle altre”.
“Secondo la Protezione Civile, una futura eruzione dei Campi Flegrei avrà un carattere esplosivo e consisterà nel lancio di bombe e blocchi nelle aree limitrofe al vulcano, mentre flussi piroclastici potrebbero estendersi per svariati chilometri prima di arrestarsi. Ceneri e lapilli percorrerebbero lunghe distanze e, a differenza di quanto accadrebbe in caso di eruzione del Vesuvio, la città di Napoli risulterebbe sottovento e, dunque, verrebbe probabilmente coinvolta”.
Lo stato attuale dei Campi Flegrei è riportato settimanalmente dal bollettino dell’INGV che, oltre ad un resoconto dei parametri misurati, fornisce informazioni in merito ad anomalie nell’attività del vulcano.