Unioncamere, problemi domanda-offerta per il 45% delle assunzioni

“Nel 2023 la difficoltà di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro potrebbe arrivare a riguardare il 45% delle assunzioni previste dalle imprese”. Lo ha detto il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, intervenendo al secondo forum sulla formazione continua promosso da Fondo For.Te. e da 24 Ore Eventi a Sorrento.

Quale sia la difficoltà, il segretario non la spiega. O meglio: non entra nel merito della questione che vede, da decenni, un progressivo allontanamento da parte delle aziende rispetto al reale mondo del lavoro.

“Il fenomeno del mismatch – ha proseguito – non riguarda solo l’Italia, ma da noi è cresciuto molto rapidamente, riguarda gran parte dei settori economici e si spiega in gran parte con la carenza vera e propria di candidati”. Questo fenomeno, ha detto ancora il segretario generale di Unioncamere, “è fortemente connesso con la richiesta di competenze digitali e legate alla green economy: per quasi due profili professionali su tre ricercati dalle imprese è richiesto il possesso di competenze digitali di base, mentre competenze informatiche avanzate sono ricercate per circa la metà delle figure da assumere. Le competenze collegate alla green economy sono ancora più richieste, quasi al pari delle competenze trasversali, e sono ricercate per circa quattro candidati all’assunzione su cinque”.

Se così fosse – e non c’è motivo di dubitare –  non si spiega perché le aziende non affrontino dei percorsi di formazione specifici per colmare questi vuoti professionali. Se non c’è un profilo adeguato, lo si forma, partendo da professionalità in grado di acquisire nuove competenze e, soprattutto, che abbiano voglia di farlo.

Tripoli ha poi aggiunto: “nel corso degli ultimi anni, le nostre indagini hanno messo in luce un deciso incremento nelle assunzioni programmate di lavoratori immigrati: per il 2022 si è stimato un flusso pari a 922.000 contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato, con una crescita di 250.000 rispetto al 2021 e quasi 295.000 sopra il livello del 2019. Una dinamica che è destinata a proseguire anche nel 2023. Va ripensato l’approccio all’ingresso nel mondo del lavoro soprattutto nelle scuole, vanno potenziati i percorsi formativi durante l’intera vita lavorativa, e vanno riviste nelle aziende le modalità di conciliazione con gli altri aspetti della vita”.

Va ripensata anche la metodologia di reclutamento. Non è possibile che un professionista 50enne, con oltre 20 anni di esperienza nei suoi campi operativi, rischi di restare escluso definitivamente dal mondo del lavoro perché “valutato” da un recruiter 25-30enne che ha un decimo dell’esperienza lavorativa del candidato.

Da segnalare, a tal proposito, il fallimento di piattaforme come Linkedin, incapaci di generare un vero incontro tra domanda e offerta, troppo spesso a causa di reclutatori inesperti.

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