Alle 3 le lancette dovranno essere spostate indietro di un’ora, dunque beneficeremo di un’ora in più di sonno, per l’ora legale che ci accompagnerà fino al 31 marzo 2024
Ma il cambio di orario aumenta i disagi per i circa 12 milioni di italiani che soffrono di insonnia con ansia, nervosismo, malumore, mal di testa e tensione muscolare acuite all’obbligo di spostare di un’ora indietro le lancette dell’orologio. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che un aiuto importante in tale direzione può venire dalle abitudini alimentari e per un passaggio più morbido dall’ora legale a quella solare che ritorna nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre. Il consiglio della Coldiretti – che ha stilato un vademecum degli alimenti utili per conciliare un buon sonno e di quelli da evitare per battere il jet lag da cuscino – è quello di consumare pane, pasta e riso, ma anche lattuga, radicchio, aglio e formaggi freschi, uova bollite, latte caldo e frutta dolce è importante per favorire il sonno.
Con l’addio all’ora legale succede che al mattino la luce arriverà prima; il rovescio della medaglia è che il sole tramonterà più presto, e le giornate così sembreranno più corte, complici in questo anche le ore di luce in diminuzione fino al solstizio d’inverno. Tuttavia il cambio garantisce più ore di luce al mattino, cosa che aiuta a risparmiare energia elettrica per l’illuminazione di strade e abitazioni.
Ricordiamo che il 26 marzo 2019, dopo un sondaggio che ha coinvolto oltre 4,5 milioni di cittadini, il Parlamento Europeo aveva deciso di abolire il cambio dell’ora dopo il 2021.
Ciò significa che ogni singolo Paese avrebbe potuto scegliere se mantenere tutto l’anno l’ora legale o quella solare: coloro che avrebbero deciso di mantenere l’ora legale avrebbero regolato gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di marzo 2021, mentre i sostenitori dell’ora solare avrebbero regolato gli orologi per l’ultima volta l’ultima domenica di ottobre 2021. Tuttavia a causa di un mancato accordo internazionale e l’arrivo della pandemia che ha scombinato le priorità globali, il cambio definitivo è slittato: per il momento il nostro paese non ha ancora preso una decisione, quindi se ne riparlerà nel 2024.