Sommersa da problemi reali (e irrisolti) la Campania discute una legge sulla Giornata del Ragù Napoletano

Tra le centinaia di giornate dedicate a qualcosa in Italia e nel mondo, mancava quella sul Ragù e, diciamolo, non si sentiva la mancanza. Si tratta di una preparazione che travalica i confini della celebrazione, affondando le radici nella storia e nella cultura del nostro Paese e, soprattutto, della Campania. Il Ragù napoletano non aveva di certo bisogno di una giornata celebrativa per essere ricordato, un po’ come la sfogliatella e il babà.

Invece, puntuale come molte iniziative inutili, è arrivata la proposta di una nuova legge della Regione Campania che prevede l’ “Istituzione della Giornata del Ragù Napoletano” (rigorosamente in maiuscolo), depositata dal consigliere Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva, che verrà presto discussa in aula.

L’idea, spiegano, è di lanciare una giornata celebrativa del ragù napoletano, per conservarne e tramandarne la tradizione, facendo leva anche sui tanti nomi dell’arte partenopea che lo hanno esaltato, da Eduardo De Filippo a Lina Wertmuller, a Luciano De Crescenzo, fino a chi lo celebra oggi, come Casa Surace, i comici che spopolano sui social. Quella del ragù napoletano, del resto, come spiega Gambero Rosso, è una storia secolare e per capirla bisogna partire dal ‘500, quando le tagliatelle venivano cotte nel brodo e servite con zucchero e cannella. Il sugo con la carne arriva dopo. Nel ricettario di Francesco Leonardi del 1790 vengono descritti i “maccaroni alla Napolitana”: pasta condita con parmigiano, pepe e sugo di vitello o manzo, ottenuto dalla stufatura di un grosso pezzo di carne. Furono questi i primi veri passi verso il sugo che si impose alla fine dell’800, con la lunga cottura di 5-6 ore di diversi tipi di carne fino alla “peppiatura”, la fase finale e decisiva del ragù napoletano, in cui la salsa bolle con lentezza, con il coperchio leggermente aperto in modo da far entrare un po’ d’aria che culla fino alla fine la salsa e i pezzi di carne. Poi c’è l’abbraccio con la pasta, diventando il piatto che in tutte le case partenopee si fa ancora con amore. L’iniziativa legislativa sarà presentata domani in Consiglio regionale alle 15, con il consigliere Pellegrino affiancato da Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione, Daniele Pugliese e Alessio Strazzullo di Casa Surace. La corsa verso l’istituzione della legge parte oggi, ma domenica 19 è la terza di novembre del 2023: la tentazione di partire già con i pezzi di carne cucinati per ore nel sugo e gustarsi il ragù è già forte. Ma a Napoli si farà, a prescindere dalla giornata “istituzionale”.

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