Negli ultimi anni al Sud e soprattutto in Campania gli inquirenti hanno registrato la crescita costante della criminalità straniera. L’ultima grande piaga proveniente dall’estero che ha colmato il vuoto di interesse lasciato dai clan partenopei e casertani sul narcotraffico. Ed è proprio sulla base di questi dati così inquietanti che l’ultima relazione della Dia mette un punto fermo sulla vicenda: le organizzazioni criminali albanesi manifestano un’alta pericolosità e una forte incidenza nelle attività illegali, con particolare riferimento al traffico di droga e di armi illegali. Sono ben strutturate e sorrette da una consolidata componente solidale, sovente rafforzate al loro interno da legami parentali. Al tempo stesso, si presentano tecnicamente attrezzate e capaci di organizzare le attività delittuose in sottogruppi dotati di grande mobilità nel territorio, ai quali vengono affidati compiti specifici che fanno capo a referenti in Italia e all’estero. Per tutte queste motivazioni, queste compagini appaiono molto pericolose e agguerrite. Le organizzazioni albanesi si sono rivelate ben organizzate anche a livello internazionale, oltre che capaci d’interloquire direttamente con i cartelli sudamericani per l’importazione, dai Paesi tradizionalmente produttori, di ingenti quantità di cocaina destinate all’approvvigionamento delle cellule di connazionali operanti nelle principali piazze italiane.
A tal proposito, diverse attività antidroga, condotte in diverse Regioni italiane, come si vedrà in seguito più nel dettaglio, hanno messo in luce sinergie operative della criminalità organizzata albanese con la criminalità autoctona. Le compagini criminali albanesi, dedicate tradizionalmente al traffico di marijuana attraverso la cd. “rotta balcanica”, reinvestono ormai stabilmente i proventi anche nel traffico di cocaina che importano nel territorio nazionale via terra lungo le principali rotte di distribuzione europee, potendo contare su soggetti stanziali nel nord Europa in prossimità dei principali porti mercantili (Anversa, Rotterdam e Amburgo) ove, nel tempo, sono riusciti ad infiltrarsi efficacemente. Tali gruppi, dunque, costituiscono una vera e propria realtà criminale, sia quali fornitori di materia prima, sia nella veste di corrieri e spacciatori, essendosi radicati in diversi Paesi dell’Europa e avendo instaurato rapporti stabili con i trafficanti di droga in ogni parte del globo.
La favorevole posizione geografica delle coste albanesi rispetto a quelle pugliesi, nonché la stessa conformazione geografica del Gargano forniscono, peraltro, una direttrice di collegamento diretto con l’Italia. Anche per questa ragione la criminalità organizzata italiana condivide plurimi affari illeciti con quella albanese, dal momento che la rotta adriatica si caratterizza quale punto di snodo per il transito degli stupefacenti dall’Albania non solo verso l’Italia ma in direzione pure del resto d’Europa, favorita dai collegamenti aerei con i Paesi balcanici che si affacciano sull’Adriatico. l ruolo che si è ritagliato la criminalità organizzata albanese nel settore del narcotraffico è emerso nel tempo da numerose operazioni di servizio, talune, come detto, condotte dalla DIA.” In Campania si registrano episodi che confermare le indagini prodotte dalla DIA. Se davvero così come sostiene la direzione antimafia la magia albanese stringe accordi con le cosche italiane, è giusto riflettere sul ruolo che i clan balcanici avranno nel narcotraffico.
Sullo spaccio di sostanze stupefacenti in Campania i clan nigeriani stanno gestendo in accordo con la camorra il narcotraffico fra Napoli e Caserta. Ci sarà spazio anche per le cosche albanesi? Al momento pare di no pure perché la funzione mafiosa dei clan stranieri impediscono alleanze fra loro. Ogni clan vuole il proprio territorio. Con o senza gli altri. Mettendo in risalto in questo modo la varietà di tratti distintivi presenti nelle organizzazioni campane. Dunque la domanda sorge spontanea: come ha fatto la mafia albanese a crescere in questo modo nel silenzio generale? Quali accordi hanno sancito i clan albanesi con le cosche campane? Possono gestire il traffico della prostituzione rispettando i clan nigeriani oppure siamo dinanzi ad una nuova guiderà di mafia? Per ora i rischi sono abbastanza alti e possono generare nuove guerre fra cosche straniere e clan campani.