È tempo di decisioni in casa Pd. Elly Schlein si gioca il tutto per tutto alle prossime Europee. Prendere o lasciare. Se il Pd andrà sotto il 20% sarà tracollo sicuro. Col serio rischio di rafforzare il governo Meloni e condannandosi all’irrilevanza. E tanti saluti al Campo Largo e alla sinistra d’alternativa. Ma andiamo con ordine. In questi giorni i vari capicorrente che hanno sostenuto Schlein al congresso sono al lavoro per garantire la conferma della giovane segretaria dem. L’obiettivo è chiaro sul piano politico ed elettorale. Tant’è vero che in Campania il Pd sta ultimando alcune candidature di peso per questioni di sopravvivenza in termini di leadership della propria segretaria. Tutti dentro i mister preferenze (o almeno così dovrebbe essere) insieme a qualche volto mediaticamente noto per ottenere voti di opinione (poi capiremo da dove usciranno).

Ma quali sono i profili ideali a cui sta lavorando il Nazareno? Il primo della lista è indubbiamente Sandro Ruotolo. L’ex collaboratore di Santoro è il portavoce in Campania di Elly Schlein ed è a tutti gli effetti uomo del Pd. A Napoli segue la corrente guidata da Andrea Orlando e che nel capoluogo fa riferimento all’ex segretario metropolitano ed ora parlamentare Marco Sarracino. Ruotolo è in cerca di una poltrona dalle Politiche dello scorso anno. Si candidò da senatore uscente ma non fu rieletto. Dal canto suo Schlein vorrebbe piazzarlo capolista al Sud ma Ruotolo ha chiesto garanzie elettorali dal partito che per ora non ha avuto. Da giornalista a giornalista il passo è breve. Il Pd a guida Schlein sta ultimando (i ben informati rivelano che siamo alle ultime battute) la candidatura di Lucia Annunziata. Lo storico volto Rai ha lasciato viale Mazzini in dissenso con l’attuale governo. Almeno stando alle versioni ufficiali. Ma è una bufala alla quale non crede nemmeno lei. Il Pd per candidarla le ha chiesto di dimettersi dagli incarichi professionali sulla falsa riga di come fece Santoro nel 2004 quando si candidò alle Europee nelle liste dell’Ulivo. Anche qui resta da capire la circoscrizione elettorale.

Lucia Annunziata è originaria di Sarno, piccolo comune in provincia di Salerno (non a caso Annunziata e Santoro si conoscono da sempre). Un dato che la collocherebbe nella circoscrizione meridionale. Ma la conduttrice campana è radicata da anni a Roma. Motivo valido per candidarla nella Circoscrizione Centro. Dalla stampa passiamo alla politica. Tramontata oramai la candidatura del governatore Enzo De Luca, è spuntata  la discesa in campo del sindaco di Bari Antonio Decaro. Sostenuta, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, proprio dal governatore della regione Campania. In altre parole l’ex sindaco di Salerno si trova dinanzi a delle scelte da compiere nei confronti del partito. I suoi attacchi al Pd non hanno spento la possibilità di offrire una candidatura alle Europee. Le strade sono due. O sostiene Decaro creando una vera e propria ala interna al Pd caratterizzata dagli amministratori del Sud. Oppure piazza Lucia Fortini, assessore alle Politiche Sociali in Campania. Da qui non si scappa. Se ciò accadesse il Pd dovrebbe spiegarci cosa pensa realmente di De Luca. È un avversario? Bene. Dunque lo espelli e non accetti alcuna candidatura. Oppure è un governatore iscritto al Pd ma critico sulla linea del partito. E qui si aprirebbe un nuovo capitolo. Perché Schlein è contraria al terzo mandato se De Luca ha 2 mandati sulle spalle? Il libro mai scritto della politica parla chiaro. L’uscente (se governa bene aggiungiamo noi) è il favorito alla vittoria. Anche qui mistero della fede. Ma ci torneremo successivamente. Chi invece si gioca il tutto per tutto è l’ex sindaco di Villaricca Lello Topo.

Membro della direzione nazionale in quota Bonaccini, l’ex parlamentare spera di replicare il “modello Ferrandino” generati alle precedenti elezioni europee. Il sindaco di Ischia, dato per sicuro perdente dai capi del Pd, fu eletto grazie al sostegno di Mario Casillo, capogruppo dem in consiglio regionale, e dello stesso Topo, a quel tempo deputato in carica. Chi vivrà vedrà. Fra i deputati uscenti non saranno della partita l’ex procuratore antimafia Franco Roberti, destinato a concludere la sua carriera professionale, e Andrea Cozzolino per i motivi che l’hanno riguardato sul Qatargate. Pane al pane, vino al vino. Il tempo stringe e non c’è tempo da perdere. Il Pd per salvare capra e cavoli (e la sua segretaria) non può scendere sotto il 20%. Sotto a chi tocca.

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