Sono anni che la tradizionale pubblicazione di fine anno da parte del Sole 24Ore accende le solite polemiche per le basse posizioni occupate da Napoli. In passato si sono scomodati intellettuali e scrittori per difendere a spada tratta le ragioni di una città che, purtroppo, ragione non ha. Il clima, il paesaggio mozzafiato, le innumerevoli risorse culturali e artistiche non sono sufficienti per determinare un alto livello di qualità della vita se non supportate da politiche economiche, strategiche, sulla sicurezza urbana, sui trasporti e così via.
Napoli, da anni, deve fare i conti con una emergenza che non si vuole azzerare. Se l’emergenza resta tale è solo perché non viene affrontata in maniera drastica e definitiva, bensì viene rincorsa. Sbagliato prendersela con gli enti sovracomunali se lo stesso Comune non ha un progetto. Purtroppo, poi, nel caso specifico, risulta complicata la gestione del ruolo metropolitano di Napoli e la sua leadership in una regione dove assume un peso rilevante Salerno, per precise scelte politiche dell’amministrazione regionale. Ma questo non sia un alibi.
“Queste classifiche sono basate essenzialmente su dati economici, sul reddito, sulla disoccupazione, sul tasso di scolarizzazione. Sono problemi endemici della città e dell’area metropolitana che vanno chiaramente migliorati”. Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, prova a spiegare le ragioni di un pessimo risultato, ma potrebbe tranquillamente evitare, considerato che è in carica da troppo poco tempo a fronte della enormità dei problemi che investono la città. Certo, è pur vero, che avrebbe potuto imprimere una svolta, un accenno a un cambio di passo che, invece, non si è ancora visto. Anzi.
Anche lo sperpero di fondi pubblici per opere inutili come quella degli stracci in una città che ha da valorizzare e promuovere il suo patrimonio artistico, tra i più vasti e apprezzati al mondo, non depone a favore di questa amministrazione.
Troppi i nodi irrisolti. Troppe le carenze. E’ mancata, ad esempio, la capacità di gestire l’impennata di turismo e di proporre itinerari alternativi, costruendo una rete regionale di promozione e accoglienza. E’ mancato un piano trasporti straordinario nel breve termine, facendo ricorso a fondi di rapida erogazione. E’ mancata una cabina di regia. Il marketing territoriale? Assente quello istituzionale. Fortissimo quello spontaneo dei tiktoker.
Le ultime uscite dell’amministrazione, poi, con l’istituzione di giornate dedicate a caffè e baccalà sono incommentabili se non con ironia, in un momento dove c’è veramente poco da ironizzare. Evidentemente chi ha la responsabilità del Turismo a palazzo San Giacomo è rimasto indietro di venti anni almeno, quando spopolavano sagre e folclore di basso livello.
“La strada da seguire per migliorare è quella dello sviluppo – ha aggiunto il sindaco – Serve un grande piano di sviluppo metropolitano perché anche la città da sola non può trainare tutto il territorio. Ci stiamo lavorando ma ci vuole il tempo per realizzarlo”. Una notizia per il sindaco: non c’è più molto tempo.