“Il 10 dicembre ricorre il 75º Anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il testo con cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha posto le fondamenta dei nostri valori. Come istituzioni abbiamo il dovere di realizzare azioni concrete affinché il pieno rispetto dei diritti umani sia davvero assicurato a tutti, a partire dai soggetti socialmente ed economicamente più fragili, promuovendo ogni giorno princìpi di inclusività e pari opportunità”. Così il presidente del CNEL, Renato Brunetta, in una nota in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani.
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è celebrate ogni anno, sin dal 1950, quando la risoluzione 423 (V) stabilì la data del 10 dicembre, data in cui l’Assemblea Generale ONU adottò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (UDHR) nel 1948. La Dichiarazione, disponibile in oltre 500 lingue, è un documento epocale, che dichiara i diritti inalienabili che tutti possiedono in quanto esseri umani, senza distinzioni di razza, colore, religione, sesso, lingua, origine, nascita o opinioni di alcun genere.
Come ricorda l’ONU, però, “Tra la forma e la pratica il divario è ancora più ampio di come dovrebbe”. E la Dichiarazione, così come le Convenzioni, rimangono oggi spesso ben lungi dall’essere realizzate nell’universalità in cui sono intese.
“Il Cnel – prosegue Brunetta – a tal proposito ha in cantiere diverse iniziative, come l’istituendo Osservatorio per l’inclusione e l’accessibilità, che avrà l’obiettivo di formulare proposte a favore dei cittadini a maggiore rischio di discriminazione. Penso alle persone con disabilità, di cui tre milioni, solo in Italia, sono costrette in casa per via delle barriere architettoniche, e alle ingiuste disparità di trattamento, economico e non solo, subìte ancora da troppe lavoratrici. O ancora ai pazienti oncologici, che, seppure guariti, troppo spesso non godono degli stessi diritti socioeconomici degli altri cittadini. L’impegno del Cnel – conclude il presidente – è sempre dunque rivolto alle fasce più deboli della popolazione. Lo testimonia la recente approvazione della legge sul diritto all’oblio oncologico. Una battaglia di civiltà che ci ha visti in prima linea, insieme ad associazioni e a esponenti bipartisan della politica, per eliminare uno stigma intollerabile che fino a pochi giorni fa aveva pesantissime ricadute sociali ed economiche sulle vite degli ex pazienti oncologici”.