Per Mazzarri tempi di bilanci. Ma prima c’è la Champions

Tempi di bilanci, si dirà, per Walter Mazzarri. Il tecnico tornato a Napoli per rimettere a galla una barca che stava visibilmente affondando. Per niente facile il suo compito, però. Una vittoria e tre sconfitte nel poker di partite durissime con cui ha esordito. Un cammino che ci si poteva aspettare ma che, visto in campo, ha depresso i tifosi della città, che ora sanno che è la stagione in cui si dice già addio al sogno bis scudetto e si deve lottare per entrare in Champions League.

E’ questa la realtà di Napoli dopo il ko di Torino, che ha confermato una squadra che sa tenere palla ma non ha ancora imparato a segnare. E soprattutto fa acqua in difesa, anche i meno obiettivi stanno accettando l’amara realtà: Rrahmani non ha la stoffa (nemmeno la bravura) per fare il leader del reparto, forse non potrebbe essere nemmeno titolare in una squadra con certe ambizioni. La scorsa stagione i suoi ripetuti svarioni erano coperti dal gigante Kim. Quest’anno, senza un difensore vero, la realtà è sotto gli occhi di tutti. Natan e Juan Jesus, sarebbero ottime soluzioni per piccole squadre da pare bassa della classifica. Ostigard ha talento ma necessita di una guida esperta per crescere, guida che, naturalmente, non può essere Amir.

Dopo l’1-0 subìto a Torino le cifre lo dicono chiaro: nessun gol azzurro negli ultimi 180′ minuti e nell’ultimo mese, dal pareggio contro il Berlino in Champions al match con la Juventus, il Napoli tra l’addio di Garcia e l’arrivo di Mazzarri ha vinto la partita in casa dell’Atalanta e ne ha perse quattro, pareggiando con il Berlino, segnando in tutto cinque gol in sei partite in cui ne ha subiti 11. Cifre da squadra di metà classifica dove il Napoli rischia di scivolare dopo le partite del week end, in una posizione che ora però la squadra azzurra deve dimostrare di sapersi mettere alle spalle.

Il primo passo è martedì sera in Champions League in cui il Napoli può anche perdere di un gol di scarto contro il Braga, ma ora vuole vincere per riprendere il decollo, mettendosi in tasca gli ottavi europei e ritrovando la gioia dei gol da vittoria. Dopo il match europeo ci sarà la sfida al Cagliari, la Coppa Italia con il Frosinone, lo scontro diretto all’Olimpico con la Roma e il Monza al Maradona. Inizia quindi da martedì una cinquina di sfide di fine 2023 in cui Mazzarri deve dimostrare di saper dare una svolta al rendimento della squadra, chiudendo di nuovo la difesa e ritrovando i gol. Un doppio lavoro che parte da Kvaratskehlia e Osimhen, con il georgiano che si è mangiato il gol a Torino, ma soprattutto con il nigeriano che sembra trasformato e perso con l’ultimo dei suoi soli 6 gol stagionali che risale all’8 ottobre nel ko contro la Fiorentina. Il nigeriano non domina più di testa in area né trova aggancio e tiro in area, in un Napoli che gioca con i cross sulle fasce ben conosciuti e controllati dalle difese avversarie e senza la capacità di penetrare per vie centrali con dialogo veloce di passaggi.

C’è tanto da ricostruire, ma le scelte per il tecnico restano poche con Mario Rui e Oliveira ancora fuori. Per continuare a coltivare ambizioni importanti la società dovrà per forza muoversi sul mercato a gennaio. Qualche nome interessante c’è e sarebbe opportuno anche cominciare a pensare al futuro. Ci sono giovani come Colpani, Dragusin, Zirkzee che potrebbero fare bene al progetto-Napoli. Sempre che esista un progetto Napoli.

 

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