La Corte d’Assise di Reggio Emilia ha emesso una sentenza intricata e complessa dopo dieci mesi di processo per l’omicidio di Saman, la giovane di 18 anni trovata morta la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara. La sentenza prevede l’ergastolo per il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen, 14 anni per lo zio Danish Hasnain e l’assoluzione per i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq.
Il verdetto ha suscitato molte domande e perplessità, in quanto il principale esecutore del delitto, Danish Hasnain, ha ricevuto una condanna di gran lunga inferiore rispetto ai presunti mandanti, i genitori di Saman. La decisione della Corte sembra derivare dalla caduta delle attenuanti dei ‘motivi abietti e futili’ e della ‘premeditazione’, consentendo a Danish uno sconto di un terzo della pena, come previsto dal rito abbreviato.
La Procura aveva originariamente richiesto due ergastoli per i genitori e 30 anni per Danish e i cugini, sostenendo che l’omicidio fosse il risultato di un piano organizzato nel tempo, compresa la preparazione della buca in cui il corpo di Saman è stato occultato. Tuttavia, la Corte ha respinto questa ricostruzione, suggerendo una diversa dinamica dell’omicidio.
Danish Hasnain è stato condannato per omicidio e occultamento di cadavere, mentre i genitori sono stati ritenuti colpevoli di omicidio aggravato dal legame familiare. La mancanza di premeditazione e soppressione del corpo è stata sottolineata nella sentenza. Tutti gli imputati sono stati assolti dall’accusa di sequestro di persona.
La sindaca di Novellara, Elena Carletti, ha espresso perplessità sulla sentenza, sottolineando che per coloro che credevano in un coinvolgimento più esteso della famiglia nella pianificazione e nell’esecuzione del delitto, la decisione della Corte è solo parzialmente soddisfacente. Ha elogiato, tuttavia, la condanna all’ergastolo dei genitori come un segnale importante.
L’avvocata Elena Iannuccelli ha manifestato delusione, specialmente per l’assenza di risarcimenti per il suo assistito, Saqib, e il fratello di Saman. Al contrario, l’avvocato Maria Grazia Petrelli, difensore di Ikram, ha dichiarato soddisfazione per l’assoluzione del suo assistito.
La motivazione completa della sentenza sarà depositata tra 90 giorni, ma già si intravede una revisione della ricostruzione dell’omicidio proposta dalla Procura. L’ambiguità della sentenza lascia spazio a discussioni e domande sulla vera dinamica degli eventi che hanno portato alla tragica fine di Saman.