E’ cominciata in maniera goffa l’operazione womanpower in stile sanremese passata alla vigilia del festival sui social dove si chiedeva alle partecipanti di rimarcare l’ importanza di far vincere una donna dopo dieci anni e a giochi fatti così è stato. Ha vinto una giovane donna e una giovane donna del Sud come se questo fosse un tributo dovuto secondo una lettura se vogliamo anche detrattiva del merito ed infatti nella sua ingenuita’ di ventenne la vincitrice all’ indomani della finale ha manifestato tutto il suo orgoglio di donna e di avere uno staff tutto al rosa. Ben diversa l’ offerta artistica di Fiorella Mannoia il cui testo a differenza di quello della Mango ha maggiore attinenza col tema “donna” ed ha ricevuto il “Premio Sergio Bardotti”. Il testo di “Mariposa” è una via di mezzo tra contestazione politica e poesia e rappresenta la forza e il dolore della condizione delle donne moderne con un respiro che va oltre il Bel Paese. I concetti di libertà e orgoglio personale si sposano sul palco al ritmo di una marcia elegante esibita con il carisma della cultura artistica di Fiorella Mannoia. Si puo’ dire lo stesso del testo di un’ altra regina della musica nostrana e cioe’ Loredana Berte’. Una vera artista anche nella presenza scenica che è ancora capace di stupire e che ha riacquistato nuovamente il suo sguardo accattivante con una voce dalla grande personalita’. “Pazza” è un pezzo che è anche un invito a non prestare attenzione ai giudizi altrui, quelle consapevolezze che spesso arrivano con la maturità e che possiamo coglierlo anche come un monito per le giovani donne della generazione Z spesso troppo fragili. Sicuramente la Berte’ è autobiografica ma anche una maestra di vita di cui accogliere gli insegnamenti. Ne’ la Mannoia e nemmeno la mamma del rock dalla voce nera hanno raggiunto la vetta, la Berte’ ha ricevuto infatti con grande commozione il “Premio Mia Martini”.  Probabilmente entrambe sono state insignite con premi di grande valore artistico ma se l’operazione era quella di premiare una donna forse bisognava guardare anche il testo perche’ quello della Mango e della Annalisa appaiono meno consistenti sul tema, poi se l’obiettivo era deve vincere perche’ e’ donna allora mi ci ritrovo perfettamente. Condivido dunque anche la scelta sulla Mango perche’ della Basilicata e dunque del sud, per riparare al disastro della reazione del pubblico dell’ Ariston e del tifo da stadio della sala stampa (che forse dovrebbe essere un po’ piu’ referenziata per espletare il suo ruolo) che hanno alimentato la fiammella dell’ odio razziale. Un’ alternativa valida sarebbe poi stata guardando verso le nuove proposte la partenopea Big Mama non appartenente alla scuderia di Amici , quindi pure del Sud,  che neanche e’ riuscita a salire sul podio nonostante il suo brano ” La rabbia non ti basta ” ponesse al centro un tema cruciale per le giovani donne e cioe’ l’accettazione personale secondo un racconto basato sul proprio vissuto a cui è poi conseguita  la rivalsa della giovane artista. Non è bastata neanche l’ onesta’ intellettuale di Giorgia, che in conferenza stampa ha ritenuto fuori luogo rimarcare la differenza tra uomo e donna nel campo artistico, a smorzare l’ effetto vincere perche’ donna. Possiamo dire con estrema franchezza che l’operazione politica femminista è fallita oltre ad essere stata strumentalizzata per realizzare un doppio atto di discriminazione a danno di un uomo e di un uomo del Sud.

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