Solo nel 2023 le frane hanno causato in Italia 10 vittime e 18 feriti, oltre un miliardo di danni e quasi 1.700 sfollati: sono i dati del Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e da inondazioni presentati all’Accademia Nazionale dei Lincei da Fausto Guzzetti, dell’istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “Ogni anno in Italia le frane provocano vittime e danni diretti per oltre un miliardo di euro. Una cifra rilevante, ma – ha sottolineato Guzzetti – si fa poco per limitare i danni delle frane. Dall’opinione pubblica, ma anche da molte amministrazioni, sono considerate emergenze meno rilevanti dei terremoti, degli uragani, delle eruzioni vulcaniche; eppure, le cifre mostrano il contrario”. Solo nel 2023 si sono avuti 10 morti a causa di frane, almeno 18 feriti e oltre 1.700 persone che hanno dovuto abbandonare le proprie abitazioni per tempi medio-lunghi. Allargando l’orizzonte temporale, grazie a dati raccolti sul Sito Polaris del Cnr si può osservare che tra il 1973 e il 2022 che gli eventi franosi, spesso piccoli, ma non per questo poco pericolosi, hanno provocato 1.087 vittime tra morti e dispersi, oltre .1400 feriti e oltre 140.000 evacuati e senzatetto in oltre 2600 località di 1541 Comuni. “Nella memoria collettiva – ha proseguito l’esperto- tornano alla mente solo quattro grandi frane: Vietri sul mare e Maiori nel 1954, Vajont nel 1963, Stava nel 1985 e Sarno nel 1998. Ciascuna di esse ha provocato più di cento morti, ma sono le tante piccole frane a provocare i problemi maggiori e persistenti”. Particolarmente gravi nel 2023 sono state le situazioni provocate dalle intense precipitazioni in Emilia Romagna a maggio e in Toscana a novembre, dove sono state segnalate decine di migliaia di eventi franosi e un alto numero di vittime. “Limitare, se non eliminare le frane – ha concluso Guzzetti – vuol dire anche curare il territorio. Fare manutenzione, pulire i canali di scolo, valutare con lungimiranza la realizzazione di strade e edifici, gestire il territorio in base alle sue caratteristiche e peculiarità geologiche. Ma anche avviare un’efficacie opera di informazione, a partire dalle scuole, ove spiegare cosa fare e cosa non fare, ad esempio, quando piove e possono verificarsi frane”.