E’ un Napoli che si fa fatica a riconoscere quello che sta perdendo punti e credibilità partita dopo partita. Anche ieri, col Genoa, ha mostrato tutte le difficoltà del momento giocando con convinzione e rabbia soltanto nei minuti finali quando, trovandosi in svantaggio per il gol di Frendrup messo a segno dopo due minuti dall’inizio della seconda frazione di gioco, era alla disperata ricerca del pareggio.
La squadra di Mazzarri riesce a raddrizzare solo parzialmente la gara con un gol di Ngonge a un minuto dalla fine e i tentativi di vincerla nel recupero falliscono davanti alla difesa strenua del Genoa. Finisce allora con i 50 mila tifosi del ‘Maradona’ che fischiano rabbiosamente, delusi dall’ennesima prova deludente della squadra che ora attende le altre partite del turno di campionato per capire se la distanza dalla zona Champions aumenti ancora di più. Il pareggio raggiunto in extremis con poca lucidità e solo con la forza della disperazione salva probabilmente la panchina di Mazzarri, anche perché fra tre giorni al ‘Maradona’ arriva il Barcellona per la gara d’andata degli ottavi di finale di Champions League e un cambio della guida tecnica della squadra sarebbe probabilmente pericoloso. Con Osimhen relegato per sua scelta in tribuna, Mazzarri si affida ancora una volta al tridente formato da Politano, Simeone e Kvaratskhelia. In difesa il tecnico del Napoli al posto di Juan Jesus che è squalificato fa giocare Ostigard nel primo tempo e Natan nella ripresa. Il Genoa organizza in maniera perfetta la sua partita e imbavaglia gli attacchi del Napoli senza grose difficoltà. Gilardino utilizza il consueto 3-5-2 che è in effetti uno schieramento molto più prudente in cui gli esterni Sabelli e Martin, quando il gioco è nelle mani del Napoli, sono sistematicamente allineati con i tre difensori. Gli azzurri mantengono il predominio del gioco per larghissimi tratti della partita e il Genoa si chiude a riccio, piazzando tutti e dieci gli uomini di movimento dietro la inea della palla. Nei momenti in cui riescono a ripartire in velocità, però, i rossoblù riescono a rendersi spesso pericolosi. Nel primo tempo Retegui con due colpi di testa costringe Meret a compiere due difficili parate. Il vantaggio della squadra di Gilardino, dopo soli due minuti dall’inizio del secondo tempo, matura proprio con un veloce contropiede condotto da Messias e da Retegui il quale viene anticipato in rea di rigore da Natan. Sul rinvio corto del brasiliano irrompe Frendrup che manda il pallone in fondo alla rete con un tiro di sinistro. Mazzarri per cambiare il corso della partita manda in campo Ngonge e Lindstrom al posto di Politano e Traorè. La gara assume a quel punto l’aspetto di un monologo offensivo della squadra di casa con il Genoa sempre più chiuso nella propria area di rigore per proteggere la porta difesa da Martinez. Il Napoli è solo volenteroso ma non è lucido e prima del gol del pareggio di Ngonge riesce solo a produrre una conclusione di testa di Anguissa che passa sopra alla traversa e una conclusione dalla distanza di Kvaratskhelia con il pallone bloccato senza difficoltà da Martinez. Il Genoa è sempre compatto e riesce a chiudere senza troppa ansia tutte le linee di passaggio per gli attaccanti del Napoli. I liguri cedono solo a un soffio dalla conclusione della partita ma resta per loro il merito di una prova esemplare.