Un italiano su 4 ha interagito almeno una volta con Ghat GPT ma il 77% degli italiani guarda all’AI con paura specialmente per le implicazioni sul mondo del lavoro, con una percentuale intorno al 15% che addirittura ritiene che l’IA non dovrebbe entrare nel mondo del lavoro. Sono i dati dell’Osservatorio sull’IA del Politecnico di Milano, che riportato Chiara Celsi, partner di Deloitte consulting area AI&DATA in occasione della sua audizione in Commissione Attività produttive della Camera, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale e sulle opportunità e rischi per il sistema produttivo italiano. Ammonta invece a 760 milioni di euro la dimensione del mercato italiano dell’AI nel 2023, di cui 38 milioni, il 5%, nel mercato dell’AI Generativa. E sono 6 su 10 le grandi imprese che hanno già fatto partire progetti di AI, mentre solo il 18% delle Pmi lo ha fatto. Quanto al tema del lavoro se da un lato ci sono una serie di mestieri che nei prossimi anni saranno legati alle professionalità nel mondo delle IA, sempre secondo i dati del Politecnico di Milano, tuttavia, da qui a 10 anni, le nuove capacità delle macchine potrebbero essere in grado di svolgere il lavoro di 3,8 milioni di lavoratori in Italia. Insomma da un lato “ci sono le macchine che possono compiere attività che possono quindi essere sostituite ma ci sono anche nuovi profili professionali che possono nascere proprio per svolgere lavori legati allo sviluppo di IA” ha detto Celsi.