Il trend dei lavoratori minorenni con un regolare contratto di lavoro in Italia è in continuo aumento. Dai 35.505 del 2020 si è arrivati a 70.124 minorenni, tra i 16 e 18 anni, che nel 2022 hanno lavorato con un contratto a tempo indeterminato e sono regolarmente iscritti all’Inps. A questi si aggiungono un 15% di minorenni che hanno svolto lavori a tempo determinato, sempre contrattualizzati, per una cifra complessiva che si attesta intorno agli 84mila giovani. Il dato è stato comunicato da Domenico Della Porta, docente di medicina del Lavoro all’Università di Salerno e coordinatore dell’Osservatorio Unicef per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile durante un’audizione in Commissione Parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie. Ragazzi che sono dipendenti di piccoli imprenditori con pochi lavoratori, spesso uno o due. Il settore che in Italia vede la maggiore presenza di lavoratori minorenni è l’agricoltura, seguito da quello delle costruzioni, poi dell’artigianato tipico, come la falegnameria o l’idraulica, quindi i servizi e la ristorazione e fanalino di coda, lo spettacolo. Seppure in aumento nel mondo del lavoro per i minorenni non viene fatta una valutazione del rischio ad hoc. E proprio per studiare l’andamento delle patologie da lavoro, infortuni o malattie professionali, di questa popolazione di giovani, “abbiamo elaborato – ha puntualizzato Della Porta – un modello ‘specifico e dimensionato’ all’età di questi lavoratori”. Un’iniziativa nata grazie alla stipula di un protocollo d’intesa tra l’Unicef, il ministero del lavoro ed anche i consulenti del lavoro. Documento che sarà presentato da Unicef a giugno, in occasione della giornata mondiale contro il lavoro minorile. “Non diventerà legge – spiega il coordinatore dell’Osservatorio dell’Unicef – ma un punto di riferimento che sarà veicolato dai consulenti dei lavoro che hanno tra i propri clienti imprenditori con dipendenti lavoratori minorenni con contratti legalmente riconosciuti. Si tratta di un esperimento molto forte perchè in questo modo abbiamo la possibilità di dimostrare che utilizzando questo strumento dimensionato al lavoratore minorenne riusciamo ad evitare l’insorgenza delle patologie da lavoro”. La sperimentazione partirà dalle aree extraurbane perchè, secondo i dati dei consulenti del lavoro, il 40% di questi 84mila minorenni regolarizzati, lavorano proprio in quelle aree in controtendenza rispetto agli anni passati.