“L’Europa non è riuscita finora a mettere a fattor comune tutte le sue risorse. Al momento non c’è un progetto, ma solo qualche debole segnale sul fronte della difesa comune e della politica estera. Chi vince le elezioni europee deve riuscire a dare una regia comune”. Così a Repubblica l’ad di Pirelli Marco Tronchetti Provera. Rispetto agli Usa “in Europa ci sono strutture tecnico burocratiche complesse, molte regole, e un disallineamento tra politica monetaria e politica fiscale. Gli Stati Uniti hanno risposto a un’inflazione da domanda post-pandemia mettendo subito sul piatto delle imprese 700 miliardi di dollari con l’Inflation Reduction Act. In Europa, di fronte a un’inflazione innescata soprattutto dalle materie prime, non si è mosso niente”. Draghi parla di 500 miliardi all’anno per rilanciare l’Europa: “Ha ragione, anche se temo che le cifre siano molto più elevate. Abbiamo bisogno di un grande piano di rilancio: la digitalizzazione è la risorsa più efficace. Poi c’è la transizione energetica. L’Europa deve diventare autonoma dalle altre potenze. Ma deve muoversi molto in fretta”. Per finanziare il piano “la via maestra è agire sul bilancio europeo da finanziare anche attraverso strumenti quali gli Eurobond”. Cosa succederà se alle Europee prevarranno le spinte sovraniste? “Qualsiasi spinta sovranista dovrà comunque fare i conti con la crescita economica, un singolo paese da solo non va da nessuna parte. È fondamentale informare i cittadini dei rischi che si corrono: senza un’Europa unita si va verso il declino e la dipendenza da potenze straniere”.