La prospettiva di una guerra in Europa suscita timori diffusi, dalle persone comuni che vedono questa minaccia riapparire nella loro vita quotidiana agli analisti strategici che devono valutare le possibili conseguenze di un conflitto su vasta scala. Questo allarme riguarda anche i governi chiamati a gestire gli impatti presenti e futuri di una crisi che potrebbe avere ripercussioni disastrose per il continente. Tuttavia, la paura di qualcosa non ne condiziona affatto la probabilità di avverarsi.
La storia ci insegna che le guerre sono scoppiate anche quando nessuno le desiderava. La Seconda Guerra Mondiale, per esempio, nonostante la Conferenza di Monaco, è stata un tragico esempio di come il desiderio di pace non sia sempre sufficiente a impedire il conflitto.
Oggi, l’Europa è di fronte a una situazione critica, con la minaccia di guerra già presente da quasi dieci anni, dal momento in cui la Crimea è stata annessa dalla Russia e sono iniziate le rivolte nel Donbas. La minaccia russa è visibile e concreta, sia sotto forma di azioni militari convenzionali che attraverso strumenti ibridi come propaganda, ricatto e aggressione comunicativa.
La resistenza dell’Ucraina sta attraversando un momento difficile, con ritardi nell’approvazione di aiuti da parte dell’Europa e degli Stati Uniti, e la carenza di risorse militari. Nel frattempo, il dibattito a Bruxelles riguarda la possibilità di una “Difesa Europea”, ma ciò potrebbe essere troppo lontano nel tempo rispetto all’urgenza attuale.
Il Presidente francese Macron e il Presidente Putin hanno portato alla luce le ambiguità europee, evidenziando la necessità di prendere decisioni decisive. Macron ha sollevato l’ipotesi di inviare truppe in Ucraina se il fronte dovesse crollare, ricevendo risposte forti da altri leader europei.
La Francia ha capito che la sopravvivenza dell’Ucraina come Stato indipendente è cruciale per l’intera architettura politica e di sicurezza del continente. Macron ha sollevato il tabù dell’invio di truppe in Ucraina, mettendo in discussione fino a che punto l’Europa sia disposta a proteggere i suoi interessi nazionali e collettivi.
Nonostante sia spaventoso, l’Europa deve prepararsi al peggio e non temere di farlo. La situazione attuale disegna una spirale di violenza quasi inevitabile, e ignorare questa realtà potrebbe rendere il rischio di guerra ancora più concreto. È fondamentale che l’Europa affronti la situazione con determinazione e coesione, lavorando insieme per prevenire il verificarsi di un conflitto che avrebbe conseguenze disastrose per tutti.