L’Iran minaccia vendetta contro Israele mentre gli Stati Uniti rimangono in allerta

L’Iran ha intensificato le tensioni nella regione del Medio Oriente annunciando vendetta contro Israele in risposta a un attacco avvenuto il primo aprile a Damasco. Secondo quanto riportato dal New York Times, fonti anonime iraniane hanno dichiarato che tutte le forze armate sono state poste “in massima allerta” in preparazione a una risposta diretta all’attacco.

Il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane, Mohammad Bagheri, ha dichiarato che l’attacco israeliano non rimarrà senza risposta e che Teheran deciderà come e quando agire per vendicarsi. Bagheri ha criticato aspramente Israele, definendo l’attacco a Damasco come un atto di follia e un suicidio per il regime sionista. Il raid ha causato la morte di almeno 16 persone, tra cui un alto ufficiale iraniano, Mohmmad Reza Zahedi.

Nonostante le minacce di rappresaglia, alcuni membri del Parlamento iraniano hanno sottolineato che una guerra diretta con Israele non è nell’interesse del Paese. Tuttavia, l’Iran continua a sostenere i suoi proxy nella regione per contrastare Israele.

Le tensioni sono aumentate ulteriormente con le sirene di allarme anti-razzi che risuonano nel nord di Israele al confine con il Libano. Il portavoce militare israeliano ha confermato la situazione di allerta.

Inoltre, Teheran ha inviato un messaggio agli Stati Uniti, avvertendo di non lasciarsi coinvolgere nei conflitti provocati da Israele. Il vice capo dell’ufficio presidenziale iraniano, Mohammad Jamshidi, ha esortato gli Stati Uniti a tenersi lontani dalle provocazioni israeliane per evitare un conflitto diretto tra Washington e Teheran.

La tensione è ualteriormente salita con l’annuncio dell’uccisione di un ostaggio israeliano da parte della Jihad islamica e di un importante operativo di Hamas a Gaza da parte delle forze di sicurezza israeliane.

In un’altra operazione, la polizia iraniana ha arrestato tre presunti membri dell’Isis che stavano pianificando attacchi alla fine del mese sacro musulmano del Ramadan. Gli arresti hanno evidenziato le preoccupazioni crescenti per la sicurezza nella regione.

Le tensioni in atto rappresentano una minaccia per la stabilità della regione e richiedono un’azione diplomatica urgente per prevenire un’escalation ancora maggiore.

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