Nel cuore dell’antica Sicilia, dove l’ombra della mafia si intreccia con la politica, un’inchiesta scuote le fondamenta del potere locale. I Carabinieri del comando provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare contro 11 individui, tra cui esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori. Le accuse vanno dallo scambio elettorale politico-mafioso all’estorsione aggravata dal metodo mafioso, dalla corruzione aggravata all’istigazione alla corruzione e alla turbata libertà degli incanti.
In questo intricato intreccio di potere e illeciti emergono figure di rilievo, tra cui il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando, e il vice presidente della Regione, assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino della Lega. Sammartino, figura di spicco nell’arena politica siciliana, è stato sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno in seguito alle accuse di corruzione nell’ambito dell’inchiesta denominata Pandora.
La storia di Sammartino è quella di un politico in ascesa, un tempo esponente di vari partiti prima di trovare un ruolo di rilievo nella Lega di Salvini in Sicilia. Le sue manovre politiche, ora al centro di un’indagine serrata, hanno avuto un impatto significativo sul panorama politico locale, influenzando elezioni e decisioni amministrative.
L’inchiesta ha rivelato accordi illeciti tra amministratori comunali e elementi vicini alla cosca mafiosa Santaopaola-Ercolano, riguardanti l’elezione del sindaco Rando nel 2015 e la gestione degli affari comunali. Emergono pratiche corruzione atte a favorire imprenditori amici e a neutralizzare ogni forma di opposizione politica.
In particolare, l’attenzione si concentra su Sammartino e il suo presunto coinvolgimento in un accordo corruttivo con il consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle. L’obiettivo sembrava essere quello di favorire Ronsisvalle attraverso manovre che coinvolgevano la riduzione del numero delle farmacie nel comune, in cambio del sostegno elettorale per le elezioni europee del 2019.
Il giudice incaricato dell’inchiesta ha evidenziato la gravità dei reati contestati a Sammartino, sottolineando la sua capacità di incidere sulle scelte dell’amministrazione comunale e la sua condivisione di progetti mirati a alterare le regole di una competizione elettorale leale.
La notizia dell’avviso di garanzia ha colto Sammartino al suo ritorno dalla partecipazione alla Fiera di Verona, segnando un punto di svolta nella sua carriera politica. Il governatore della Sicilia, Renato Schifani, ha immediatamente revocato le sue deleghe e assunto l’interim, mentre il vice presidente dell’Antimafia regionale ha commentato l’inchiesta definendola un’allarme sociale.
L’arresto di Sammartino rappresenta solo uno degli episodi di corruzione e malaffare che hanno scosso la Sicilia, mettendo in luce l’urgente necessità di riforme e di un’azione decisa contro la criminalità organizzata e la corruzione. In un territorio ricco di storia e bellezza, è ora di liberarsi dalle catene dell’illegalità e dare una nuova speranza ai cittadini onesti che desiderano un futuro migliore per la loro terra.