In soli tre anni è diventato un appuntamento centrale per gli appassionati, gli scrittori e gli editori di questo genere letterario: il Festival del Giallo, in programma a Napoli dal 23 a 26 maggio, è “il più giovane, ma il più grande d’Italia. In qualità e quantità di proposte”, dice Ciro Sabatino, direttore artistico della kermesse presentata a Villa Floridiana, al Vomero, la location della sua terza edizione. Nel cartellone del Festival oltre 40 incontri, cento scrittori e una serie di eventi: la mostra di manifesti d’autore curata dalla Scuola italiana di Comix, la scena del delitto ricostruita dalla polizia scientifica, i workshop di scrittura; spazio anche al ‘true crime’ con Pietro Orlandi che racconterà le ultime ore di sua sorella, Emanuela, e Elvira Grimaldi che parlerà dell’omicidio della madre Anna Parlato Grimaldi, il 31 marzo 1981. A presiedere la rassegna è Maurizio de Giovanni, che sta portando avanti il progetto con l’obiettivo di fare della sua città la capitale del romanzo crime. “Il romanzo giallo – spiega de Giovanni – ha una lunga storia che vede in Napoli una capitale, basta pensare a ‘Il cappello del prete’ di Emilio De Marchi, che convenzionalmente è considerato il primo romanzo giallo puramente tale scritto in Italia, e che è ambientato a Napoli. E non poteva essere altrimenti. Perché Napoli è una città topograficamente gialla, urbanisticamente gialla, sovrapposta, che ne ha un’altra sotterranea, e in cui c’è un contatto costante fra le diverse classi sociali, come non c’è in nessun’altra città. Tutto questo genera passioni, passioni che travolgono e trasportano le persone spesso in territori oscuri, che sono quelli che vogliamo raccontare”. Il Festival del Giallo Città di Napoli è nato dall’impegno di un gruppo di imprenditori, due associazioni e oltre cento volontari che “credono che i libri, le storie, la letteratura popolare, possano contribuire a migliorare questa città”, è stato detto nella conferenza stampa. “Tre anni fa – è stato spiegato – sembrava solo un gioco. Era arrivata l’occasione giusta per un grande Festival legato alla letteratura di genere. Bisognava farlo e lo facemmo. In tre anni il Festival non ha mai smesso di crescere. Producendo decine di iniziative parallele, intrecciando rapporti e collaborazioni che l’hanno fatto veramente grande”.

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