di Luca Muratgia.

Dopo un’estenuante trattativa, che ha tenuto col fiato sospeso per mesi l’intero ambiente partenopeo, finalmente, il 5 giugno alle ore 10.45, Antonio Conte ha apposto la firma sul contratto che lo legherà al Napoli fino al 2027. L’ingaggio dell’ex tecnico della nazionale azzurra può essere considerato il classico colpo di teatro operato dal presidente De Laurentis che si è visto costretto ad operare in tal senso dopo gli errori commessi senza soluzione di continuità da circa un anno a questa parte e che hanno poi comportato lo sciagurato percorso dell’ultimo campionato che ha visto gli ex campioni d’Italia qualificarsi decimi in campionato e fuori dalle competizioni europee dopo 14 anni consecutivi. È risultata quindi indispensabile una brusca inversione di tendenza al fine di porre un freno al crollo verticale che, senza un deciso intervento, avrebbe potuto assumere i connotati dell’irreversibilità. Non sussistevano dunque margini di scommessa e, magari per la prima volta nei vent’anni della sua gestione, il presidente azzurro, come detto, si è visto costretto ad optare per le certezze. A tal proposito, Antonio Conte rappresenta una garanzia, un messaggio chiaro di chi è seriamente deciso ad una inversione di tendenza con la evidente volontà di riproporre il Napoli ai vertici del campionato con l’intenzione di recitare un ruolo da protagonista sia in Italia che in Europa. Il tecnico salentino, reduce da un anno sabbatico e desideroso di rimettersi in gioco, è riuscito, con il suo solo ingaggio, a riaccendere gli entusiasmi di una piazza ormai depressa e sbigottita dal calvario appena subito che, tutto d’un tratto, sembra per magia completamente dimenticato.
Le garanzie che Il tecnico risulta in grado di offrire, sono molteplici e multi direzionali, ovvero relative ad ogni singolo aspetto della gestione tecnica.
In primo luogo le capacità dal punto di vista squisitamente tecnico risultano indiscusse, Conte rappresenta il prototipo dell’allenatore vincente e il suo palmares risulta, a tal proposito, estremamente esemplificativo. Le sue qualità più rinomate sono la dedizione assoluta che esprime nel suo lavoro ma che esige anche nei confronti di tutti i coloro che, a vario titolo, collaborano con lui, giocatori in primis dai quali, facendo leva sulle sue esplosive capacità motivazionali, riesce sempre ad ottenere il massimo rendimento al netto delle rispettive capacità.
In secondo luogo, Conte “partecipa” alla creazione della squadra, non si limita ad allenare giocatori che altri scelgono sul mercato, ma recita un ruolo attivo e decisionale sia nella scelta quanto nelle relative trattative; a tal proposito, il suo profilo collima più con quella di un manager in stile inglese piuttosto che con un allenatore.
Infine, altro aspetto da non sottovalutare e che rappresenta anzi una qualità determinante, è l’intolleranza a qualsiasi forma di interferenza esterna nelle questioni di carattere tecnico. Questa qualità, in una società come quella partenopea, rappresenta un fattore indispensabile considerando gli enormi danni dovuti proprio alla ingombrante presenza presidenziale.
Sarà ora necessario però avere le dovute risposte anche in sede di calcio mercato che è ancora in fase embrionale e che subirà inevitabilmente delle alterazioni in vista degli ormai incombenti europei, infatti da un lato le trattative subiranno ovviamente un rallentamento e dall’altro le valutazioni dei giocatori ne saranno sicuramente condizionate.

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