di Luca Muratgia.
Il Napoli torna alla vittoria tra le mura amiche dopo un digiuno durato addirittura sei mesi, esattamente dal 2-1 del 3 marzo maturato contro i bianconeri della Juventus. Una vittoria celebrata come una festa per godersi sensazioni a cui, i sostenitori azzurri, loro malgrado, erano purtroppo disabituati. A convincere inoltre, è stata la prestazione caratterizzata dal carattere inculcato dall’allenatore, i cui principi, iniziano a fare breccia sulla squadra che si è mostrata grintosa, cattiva, tenace, tutte caratteristiche la cui mancanza, ha comportato risultati disastrosi, culminati nel decimo posto dello scorso, sciagurato campionato. A risultare determinante, inoltre, è stata la prestazione di Kvicha Kvaratskhelia, appena rientrato dalla Georgia per la nascita del suo primogenito, una prestazione, quella del fuoriclasse georgiano, di immenso spessore che nei fatti è risultata poi decisiva per il conseguimento del risultato finale. Con le sue giocate, il fantasista azzurro, dimostra che, quando in forma, è in grado fare la differenza e che la compagine partenopea non può prescindere dalla sua presenza.
Ma l’aspetto che maggiormente è da sottolineare, è stata la capacità di reazione dopo la figuraccia di domenica scorsa contro il Verona con uno sciagurato secondo tempo che ha riproposto in maniera inquietante, tristi fantasmi di un passato neanche troppo datato. Una settimana difficile insomma, caratterizzata da conseguenti ed inevitabili polemiche anche in ragione di un mercato problematico e complicato dalle difficoltà nella cessione di Victor Osimhen, i cui proventi, avrebbero dovuto finanziare anche l’acquisto di giocatori funzionali al progetto tecnico di Antonio Conte. Al riguardo pare assai discutibile ed incomprensibile iniziare un percorso in campionato con il mercato ancora aperto con le inevitabili difficoltà degli stessi allenatori, impossibilitati ad avere contezza della bontà dell’organico fino alle battute di chiusura del mercato stesso. Sarebbe invece auspicabile chiudere la prima fase di calciomercato quantomeno in concomitanza dell’inizio del campionato al fine di evitare inutili confusioni e situazioni paradossali come quella sopra descritta e relativa alla cessione di Osimhen.
Lo svolgimento e l’evoluzione della partita ha rispecchiato, per larghi tratti, le filosofie di gioco dei rispettivi allenatori con il Bologna guidato dal neo tecnico Vincenzo Italiano, dedito alla manovra e al controllo delle zone nevralgiche del campo e con il Napoli di Antonio Conte, più compatto, con il baricentro più basso rispetto al passato, pronto a ripartire in velocità ed alla continua ricerca del gioco verticale anche se poi, al netto delle diverse interpretazioni tattiche, è il Napoli a creare le occasioni da gol maggiormente pericolose con Raspadori, Politano e soprattutto con Kvaratskhelia, il cui colpo di testa si infrange sull’incrocio dei pali. Ma è il preludio del vantaggio azzurro che perviene nei minuti di recupero del primo tempo con una giocata da fenomeno dello stesso Kvaratskhelia che, nei pressi del limite dell’area di rigore avversaria, finge il tiro di destro salvo poi servire, con un delizioso pallonetto, l’accorrente Di Lorenzo che, a tu per tu con Skorupsky, lo brucia sul tempo realizzando una rete fondamentale anche in risposta del ginepraio di polemiche susseguitesi lungo l’intero arco della stagione estiva e relative ad una presunta volontà del capitano di lasciare la casacca azzurra. Il secondo tempo procede sulla falsariga del primo con i felsinei alla ricerca di trame di gioco articolate e finalizzate a scardinare il granitico assetto difensivo degli uomini di Conte e con il Napoli sempre pericoloso nelle ripartenze, poi sale nuovamente in cattedra il fuoriclasse georgiano che questa volta si mette in proprio, parte dalla trequarti, trova lo spazio per il sinistro e batte nuovamente Skorupsky (anche con l’aiuto di una deviazione) festeggiando nel migliore dei modi, l’essere diventato padre. La partita, a questo punto, ha poco altro da dire. C’è da segnalare l’esordio in maglia azzurra del brasiliano Neves e l’ingresso in campo di Simeone; i due subentrati confezionano la rete del definivo 3-0, con il paulista che supera il diretto avversario sulla destra e serve al Cholito un pallone facile facile da depositare agevolmente in rete.
Non pare il caso di lasciarsi andare a facili entusiasmi, c’è tanto, tantissimo da migliorare e si è solo all’inizio di un percorso impervio e lastricato di insidie ma la prestazione fornita, l’atteggiamento arrabbiato e le ultime notizie di mercato che vedono finalmente delinearsi il completamento dell’organico con il futuro centravanti azzurro Lukaku e i centrocampisti scozzesi Gilmur e McTominay finalmente in prossimità di giungere all’ombra del Vesuvio, lasciano sicuramente intravedere un futuro roseo all’orizzonte.