di Luca Muratgia.

Il Napoli riesce a cavarsela, ottiene i tre punti al termine di una partita rocambolesca che, stante l’andamento, sembrava ormai irrimediabilmente compromessa. Si era reduci da una settimana particolarmente complessa con gli ingaggi, in successione, di Lukaku, McTominay e Gilmur, il cui acquisto è stato perfezionato a pochi minuti dalla chiusura ufficiale della sessione estiva del calciomercato, terminata, ufficialmente, venerdì 30 agosto alle 24.00. A tenere banco, inoltre, è risultata la vicenda Osimhen; il nigeriano già da tempo ai margini del progetto di Conte e destinato alla cessione ma che poi è rimasto inopinatamente senza squadra per il semplice motivo che nessun presunto acquirente si è mai spinto ad offrire una cifra neanche lontanamente avvicinabile ai 130 milioni corrispondenti alla clausola rescissoria. C’è stato il tentativo di alcune società di speculare sul prezzo del cartellino provando ad acquistare il giocatore nelle battute finali del calciomercato ma il presidente De Laurentis non si è fatto prendere per la gola rifiutando categoricamente offerte al ribasso.
La partita del Maradona, valevole per terza giornata del campionato di serie A, non si presentava, alla vigilia, delle più abbordabili; nelle prime due giornate, gli uomini allenati dall’ex Fabio Pecchia, si sono dimostrati una compagine di pregevole livello, con un gioco estremamente piacevole in grado di creare importanti problemi a squadre maggiormente attrezzate come il Milan che, proprio domenica scorsa, al Tardini, ha assaporato il gusto amaro della prima sconfitta stagione. In effetti, i timori della vigilia, si sono rivelati estremamente fondati perché i ducali, in particolare nel primo tempo, hanno sciorinato un gioco di spessore assoluto creando enormi problemi ai partenopei apparsi in verità, ancora lontani dall’ assumere una fisionomia ed una forma accettabile. In effetti proprio nei primi 45 minuti di gioco, il Napoli non riesce mai a trovare una sia pur minima parvenza di equilibrio con la formazione emiliana che invece sembra riuscire, con disarmante semplicità, ed in diverse occasioni, a penetrare il centrocampo azzurro con delle imbucate clamorose capaci di creare evidente imbarazzo sia ad Anguissa, uno dei peggiori in campo nonostante il gol e a un Lobotka che avrà lavorare molto duramente per concepire gli equilibri e i movimenti di un centrocampo a due. Il vantaggio parmense, realizzato da Bonny che dapprima si procura e poi trasforma il rigore dello 0-1, non è altro che la logica risultante di quanto si vede in campo con la squadra di Pecchia che già in precedenza era pervenuta in prossimità del vantaggio con un clamorosa occasione con una traversa ed un palo colpiti nella stessa azione rispettivamente da Kowalski e lo stesso Bonny con un insidioso tiro a giro. Nel secondo tempo il Napoli appare più determinato, cerca l’assedio con il Parma che si chiude nella propria trequarti concedendo solo un un inutile sterile fraseggio orizzontale. Conte, consapevole delle difficoltà nella creazione di occasioni pericolose, cerca di forzare la mano conferendo maggior peso all’attacco inserendo Neres al posto di Politano e il neo acquisto Lukaku al posto del solito, impalpabile Raspadori, ma l’episodio decisivo è rappresentato dall’espulsione del portiere dei crociati Suzuki che, già ammonito per perdita di tempo, interviene in maniera scomposta su Neres meritando, inevitabilmente, la seconda ammonizione. Avendo esaurito tutte e cinque le sostituzioni, Pecchia è costretto a schierare tra i pali il centrocampista Del Prato. Consapevoli della ghiotta ed imperdibile opportunità, i partenopei gettano il cuore oltre l’ostacolo assediando l’area avversaria e sospinti da un pubblico commovente. Negli undici minuti di recupero concessi dal mediocre arbitro Tremolada, accade praticamente di tutto; dapprima un calcio di rigore concesso per un fallo del subentrato Simeone e poi inspiegabilmente annullato dal VAR, poi sale in cattedra finalmente Lukaku, il potente centravanti belga, servito da Spinazzola, dalla sinistra, scaglia una poderosa fucilata sul secondo palo e poi Anguissa, servito deliziosamente da Neres, di testa, incorna alla perfezione il pallone del 2-1. L’assalto della disperazione è riuscito e sembra finita qui ma c’è spazio per un ulteriore brivido finale. L’arbitro concede altri tre minuti di recupero oltre gli undici già concessi e proprio all’ultimo respiro il tanto discusso Meret, compie una prodezza disinnescando un tiro ravvicinato ed a botta sicura di Almqvist.
L’urlo dei 50.000 al triplice fischio dell’arbitro, sa tanto di liberazione.
L’imminente sosta, per gli impegni in Nation League della nazionale di Spalletti, sembra capitare capitare nel momento più opportuno, Servirà innanzitutto a Conte per integrare i nuovi acquisti nell’idea di gioco del tecnico salentino e, soprattutto, a cercare di trovare equilibri tattici in modo da evitare spettacoli poco edificanti come quello a cui si è assistito nel primo tempo contro il Parma, compagine, quella ducale, che ha impressionato per la qualità del gioco espresso e che, con tali premesse, e se riuscirà ad avere costanza nelle prestazioni, riuscirà a raggiungere agevolmente l’obiettivo stagionale della salvezza.

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