di Luca Muratgia.
Il Napoli delle seconde linee domina in lungo e in largo la formazione siciliana ed ottiene agevolmente il lasciapassare per gli ottavi di finale del trofeo tricolore da disputare all’Olimpico di Roma sponda laziale. La Coppa Italia rappresenta per gli azzurri un obiettivo di primaria importanza in considerazione del fatto che quest’anno, dopo 14 anni consecutivi, non ci saranno impegni europei per cui il trofeo non può assolutamente essere snobbato come accaduto in qualche circostanza. L’importanza della competizione, così come sopra riportata, non ha però impedito ad Antonio Conte di optare per una formazione ampiamente rivisitata al fine di concedere minutaggio ai giocatori fino ad ora meno impegnati. Nonostante i cambi e nonostante alcuni giocatori impiegati ieri non abbiano finora disputato neanche un minuto, (Leggasi Rafa Marin e Ngonge), il dominio degli azzurri è risultato netto ed inequivocabile contro una compagine, quella rosanero, che già dal precampionato, non ha mai nascosto le ambizioni di ritorno nella massima serie con l’allestimento di una rosa di spessore assoluto per la categoria, anche per le importanti disponibilità economiche della nuova proprietà araba.
Ciò che è emerso dal match del Maradona è stata la grande voglia, determinazione e cattiveria dell’undici schierato in campo a testimonianza del grande lavoro operato dal tecnico capace di far sentire parte del progetto anche i giocatori impiegati di meno.
La strada per la qualificazione si è presentata in discesa già dopo pochi minuti con un tiro improvviso di Ngonge appena dentro l’area finito in rete anche grazie all’infortunio dell’esperto portiere Sirigu che non trattiene la stoccata del funambolo belga. E lo stesso Ngonge che si erge a protagonista assoluto quando dopo pochi minuti riceve il pallone poco oltre il centrocampo e, al termine di un’azione solitaria che manda completamente in tilt la retroguardia siciliana, sfodera un poderoso fendente in diagonale che, di fatto, chiude la partita dopo appena venti minuti. Merita comunque di essere sottolineata la prestazione di Cyril Ngonge che sembrava oramai destinato a cambiare aria soprattutto dopo l’acquisto di Neres e che invece potrebbe rappresentare una preziosa risorsa per il prosieguo della stagione. Nell’unico momento di distrazione il Palermo si è reso pericoloso con Brunori che, approfittando di un grossolano errore in disimpegno della retroguardia partenopea, scocca un calibrato tiro di interno destro che si va ad infrangere alla base del palo alla destra di Caprile. A spegnere comunque definitivamente qualsiasi velleità degli ospiti, proprio al termine della prima frazione di gioco, ci pensa Juan Jesus con una perentoria incornata sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto magistralmente da Neres capace di collezionare addirittura il quarto assist in poco più di un’ora di gioco disputata finora dall’inizio del campionato, quasi un record. Il secondo tempo, inevitabilmente, è accademia pura, serve comunque sia a Neres, su assist del Cholito Simeone che a Mc Tominay di realizzare le prime reti in maglia azzurra.
Il Napoli dunque c’è, dimostra, al di là degli interpreti, di aver assorbito la mentalità e il carattere del proprio allenatore.