A distanza di 20 anni dalla morte di Annalisa Durante, vittima innocente di camorra, la Biblioteca sorta in suo nome è ancora senza finanziamenti che ne assicurino il funzionamento. Il personale, precario da anni, non riesce ad essere stabilizzato. E’ stato questo uno dei tanti argomenti trattati il 21 ottobre alla Tavola Rotonda “Stabilizzare le biblioteche sociali, presidi di cultura e legalità”, moderata da Giuseppe Perna, presidente dell’APS Annalisa Durante, che l’ha organizzata in collaborazione con Comune di Napoli, Fondazione Polis della Regione Campania, Associazione Libera ed AIB – Associazione Italiana Biblioteche.
“Le biblioteche sociali sono un antidoto potente contro la violenza e il malessere dilagante dei giovani, soprattutto nelle zone ad alta concentrazione della criminalità organizzata. Bisogna fare di tutto per sostenerle. La Biblioteca Annalisa Durante è una di queste, esempio straordinario di presidio di cultura e di legalità, che non può andare assolutamente disperso. La Regione ed il Comune facciano fino in fondo la propria parte” ha sostenuto don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera – associazione, nomi e numeri contro le mafie, intervenendo dopo i saluti istituzionali formulati dal prefetto di Napoli Michele Di Bari, dalla consigliera regionale della Campania Roberta Gaeta, dall’assessore comunale alla polizia municipale e alla legalità Antonio De Iesu e dal presidente della Municipalità 2 Roberto Marino.
In rappresentanza del mondo bibliotecario, la componente del Comitato Esecutivo Nazionale dell’AIB Maria Pia Cacace ed il presidente regionale per la Campania Pio Manzo hanno sottolineato il patrimonio valoriale ed esperienziale maturato negli anni dalla Biblioteca Annalisa Durante, che ha saputo investire in una bibliotecaria specializzata e in animatori sociali in grado di interpretare il nuovo ruolo delle biblioteche. La Biblioteca Durante, infatti, è divenuta una biblioteca di comunità che non si limita ad accogliere le persone nella struttura, ma porta il libro e la lettura nelle scuole, nelle case, per le strade, partendo dai bambini della fascia di età 0-6 anni, coinvolgendo le famiglie, gli insegnanti, gli operatori delle ASL e le altre associazioni del quartiere, riuscendo ad intercettare anche i bisogni degli stranieri ed includendo le persone con disabilità, disagi e disturbi di diverso genere. Per questo la Biblioteca sociale va sostenuta e stabilizzata, essendo diventato un punto di riferimento sicuro ed i tanti premi e riconoscimenti a livello nazionale lo confermano.
A raccontare la nascita della biblioteca Durante ed il suo valore culturale e sociale sono intervenuti anche Nino Daniele ed Alessandra Clemente, entrambi assessori comunali nella Giunta De Magistris, quando la biblioteca ha iniziato a muovere i primi passi ed è entrata a far parte del Sistema delle Biblioteche Nazionali.
A discutere su possibili strategie e strumenti per sostenere la stabilità delle biblioteche sociali sono intervenuti Geppino Fiorenza, presidente dell’Associazione Centro di Documentazione e Ricerca sul fenomeno della camorra, Giuseppe De Stefano, direttore della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli, Antonio Roberto Lucidi, vicepresidente de L’Altra Napoli Onlus e Mario Gallo, presidente della Fitel Campania – Federazione Tempo Libero e Terzo Settore di Cgil, Cisl e Uil, i quali hanno raccontato le proprie esperienze di sostegno nell’ambito del Terzo Settore, segnalando l’importanza di procedere anche alla ricerca di risorse private, senza limitarsi alle sole risorse pubbliche. Ne è scaturita la proposta di iniziare immediatamente a lanciare una raccolta fondi e l’impegno a ricercare sostenitori, anche nelle forme suggerite dalla Fondazione di Comunità del Centro storico che potrebbe canalizzarli sul progetto biblioteca.
Si è proposto, inoltre, di rafforzare la Biblioteca Annalisa Durante con l’istituzione di un comitato scientifico alla cui partecipazione ha dato il suo consenso già Maurizio De Giovanni.
In tanti si sono dichiarati increduli e stupefatti rispetto al tentativo ipotizzato di assegnare addirittura una nuova identità allo Spazio, che significherebbe rimuovere l’identità fondata sulla memoria di Annalisa. A tale riguardo, il presidente della Fondazione Polis della Regione Campania don Tonino Palmese ha richiamato il dovere di rispettare e sostenere i familiari delle vittime innocenti della criminalità, sottolineando il valore dell’impegno per la memoria profuso da Giannino Durante, richiamando quanto ebbe a dire su di lui Roberto Benigni “il papà Giovannino ha saputo tirare fuori il miele dalla morte”, la cui citazione è stata ricordata anche da Nino Daniele, insieme a tutto ciò che Annalisa rappresenta per lo Spazio comunale, per il quartiere e per la città intera. Perplessità e preoccupazioni sono state sollevate anche rispetto all’ipotizzata eliminazione della vigilanza notturna della struttura da parte del Comune, che probabilmente non ha ben valutato i rischi che potrebbe generare una simile scelta, in un territorio dove la sicurezza non è ancora una conquista maturata, anzi tutt’altro.
Al termine dell’incontro i presenti hanno sottoscritto l’Appello-Manifesto promosso da Associazione Annalisa Durante, AIB e Libera, riassunto in 5 punti:
1) richiedere alla Regione Campania e al Comune di Napoli di farsi carico del finanziamento per il funzionamento annuale della Biblioteca Annalisa Durante;
2) richiedere al Comune di Napoli di valorizzare la vocazione dello Spazio Comunale Piazza Forcella, da intitolare alla memoria di Annalisa Durante, salvaguardando il ruolo della Biblioteca e scongiurando una dispersione dell’identità del luogo;
3) segnalare all’associazione Annalisa Durante testimonial ed esperti disponibili a far parte del comitato scientifico che possa accompagnare la Biblioteca nella programmazione e attuazione delle iniziative;
4) promuovere e partecipare ad una raccolta fondi per iniziare a sostenere in concreto la Biblioteca;
5) aiutare l’associazione Annalisa Durante ad individuare personalità, enti ed imprese disponibili a contribuire stabilmente alla Biblioteca perché essa rappresenta un patrimonio di tutti, un presidio di cultura e di legalità da non disperdere!