L’ultimo centro in Campania: Renzi pesca nell’hinterland e blinda il terzo mandato

La battaglia fra Elly Schlein ed Enzo De Luca continua senza sosta. Dopo aver votato il recepimento della legge nazionale che sostanzialmente offre la possibilita al’ex sindaco salernitano di ricandidarsi per un terzo mandato il Pd nazionale non arretra di un millimetro. O meglio. Se tanto ci dà tanto la segretaria dem dovrebbe essere al lavoro per garantire alla Campania l’anti De Luca. Nelle ultime settimane sono emersi profili in salsa grillina legati a Roberto Fico o Sergio Costa. Nomi che non scaldano la base e che obbligherebbero il Pd campano a sostenere nuovamente il governatore uscente in barba ai diktat imposti dai vertici romani. Ma tant’è. Del resto come abbiamo avuto modo di spiegare nei giorni scorsi Elly Schlein ha sottolineato che la contrarietà nel merito è su De Luca, non sul recepimento della legge nazionale. In parole povere il Pd regionale non si è schierato contro gli organismi romani in quanto dal voto in consiglio regionale non è emerso alcun sostegno a De Luca. Non c’è traccia di alcun documento politico ufficiale ma solo la possibilità, dopo 10 anni di governo regionale, di non buttare all’aria il lavoro svolto dal centrosinistra così come sommessamente rimarcato dal capogruppo Mario Casillo.

Ma andiamo avanti. Nel frattempo al di là di come andrà le forze politiche sono al lavoro per la prossima tornata elettorale. Partiamo dal partito che prima di tutti ha ufficializzato il gradimento per il terzo mandato (e per la ricandidatura di De Luca), ovvero Italia Viva. A scanso di equivoci tutti ricorderanno l’arrivo di Renzi a Napoli poco più di un mese fa al fianco dello stesso De Luca nel tentativo di indirizzare la scelta del Pd sulla Campania. Ch vuol capire, capisca. Ora procediamo con ordine. Chi candiderà Italia Viva? Partiamo da Napoli e provincia. Appare scontata la ricandidatura del consigliere uscente Francesco Iovino che punta alla riconferma nel parlamentino regionale anche se resta da capire qual è stato il lavoro svolto sui territori in questi 5 anni. Chi vivrà vedrà. La grande novità invece arriva dalla candidatura di Armando Cesaro. L’ex consigliere regionale di Forza Italia e figlio dell’ex presidente della provincia Luigi Cesaro è in pole dopo aver lasciato gli azzurri qualche anno fa. All’inizio di quest’anno Renzi lo nominò Responsabile degli Enti Locali a conferma dello strettissimo rapporto fra lo stesso Cesaro e l’ex premier fiorentino. La sensazione è che il senatore di Rignano dell’Arno gli abbia consegnato le chiavi del partito. In quota rosa dovrebbe essere della partita Annamaria Maisto, consigliera comunale a Napoli e moglie di Gabriele Mundo, quest’ultimo candidato in Italia Viva alle ultime elezioni regionali riscuotendo poco più di 9mila voti. In rampa di lancio c’è il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, storico fedelissimo di Matteo Renzi nonché VicePresidente nazionale ANCI che da tempo lavora alla candidatura al consiglio regionale. Inoltre in corsa per un posto in lista c’è Domenico Russo, figlio dell’ex sindaco dem di Sant’Antimo Aurelio Russo nonché anche lui candidato a sindaco alle ultime Amministrative in città poi vinte dall’attuale primo cittadino Massimo Buonanno. Russo è vicino alle posizioni dell’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo (anche lui in odore di candidatura ma in provincia di Caserta) ed è stato già candidato alle scorse regionali con IV ottenendo poco più di 1800 preferenze.

Il concetto è chiaro. Italia Viva punta a riconfermare il 7% ottenuto nel 2020 a sostengo di De Luca attraverso candidature radicate sui territori e che abbiano dimostrato un consenso nel tempo al netto delle cariche occupate. Resta da capire se la collocazione in chiave De Luca resterà tale anche in caso di candidatura anti Pd del governatore salernitano. Tuttavia il disegno renziano procede in una direzione precisa: radunare attorno a De Luca (e Cesaro) amministratori e soggetti elettorali senza “casa politica” e che guardano al centro. Tutt’al più va ricordato che il centrosinistra campano alle Europee ha incassato il 60% delle preferenze. Una sfida rafforzata dai numeri ma non dalla volontà di Elly Schlein che vuole buttare all’aria i famosi “cacicchi”. Ma senza “cacicchi” il Pd quanti voti prende?  Più chiaro di così si muore.

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