Col matrimonio i due coniugi si impegnano a costruire una vita condivisa, fatta di rispetto reciproco, sostegno e collaborazione. Tuttavia, l’equilibrio coniugale può essere messo alla prova da diversi fattori, tra cui le dinamiche familiari esterne. I suoceri, ad esempio, possono diventare una presenza tanto ingombrante da compromettere la serenità della coppia. Ma può questa interferenza essere motivo di addebito di colpa in caso di divorzio? Lo abbiamo chiesto all’avv. Adelaide Formisano
Cosa significa l’addebito della colpa?
“Nel nostro ordinamento, il divorzio con addebito è previsto quando la fine del matrimonio è causata dal comportamento di uno dei coniugi che abbia violato i doveri coniugali, come la fedeltà, l’assistenza morale e materiale, la coabitazione o il rispetto reciproco. In sostanza, si tratta di una sorta di “colpa ufficiale” che il giudice attribuisce a uno dei due, con conseguenze legali significative.
Perché ci sia addebito, però, non basta dimostrare che ci siano stati problemi o disaccordi. È necessario provare che il comportamento contestato sia stato determinante per la crisi matrimoniale”.
Suoceri invadenti: quando diventano un problema legale
“L’ingerenza dei suoceri può assumere diverse forme. Potrebbe trattarsi di continue intromissioni nelle decisioni della coppia, critiche costanti verso uno dei due coniugi o una presenza troppo frequente, percepita come invasiva. Tuttavia, per far sì che queste dinamiche possano essere considerate causa del fallimento del matrimonio, occorre dimostrare un elemento chiave: la responsabilità del coniuge nel permettere, tollerare o addirittura favorire tale comportamento.
Facciamo un esempio concreto. Se un marito permette ai suoi genitori di criticare e umiliare ripetutamente la moglie, senza mai intervenire in sua difesa, si potrebbe configurare una violazione dei doveri matrimoniali, come quello di rispetto e protezione reciproci. Lo stesso potrebbe valere a parti invertite, con una moglie che accetta passivamente le interferenze dei propri genitori a danno del marito”.
Come muoversi legalmente?
“Qualora si ritenesse che matrimonio sia naufragato a causa dell’ingerenza dei suoceri, è importante agire con metodo e chiarezza. Il primo passo è raccogliere tutte le prove possibili. Possono essere utili messaggi, e-mail o testimonianze di persone vicine che abbiano assistito a episodi critici. In alcuni casi, anche registrazioni audio o video possono essere ammesse, purché rispettino le leggi sulla privacy.
Una volta raccolto il materiale, è fondamentale rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia. Questo professionista potrà valutare se ci siano i presupposti per richiedere l’addebito e guidare nella procedura, che richiede di presentare un’istanza specifica durante il processo di divorzio.
Durante il giudizio, sarà necessario dimostrare al giudice che il comportamento dei suoceri, favorito o tollerato dal coniuge, abbia avuto un ruolo determinante nella rottura del matrimonio. Non basta, infatti, provare che i suoceri siano stati invadenti; occorre dimostrare che questa situazione abbia minato il rapporto di coppia in modo irreparabile.
Se il giudice accoglie la richiesta di addebito, il coniuge ritenuto responsabile della fine del matrimonio potrebbe perdere il diritto al mantenimento e affrontare altre conseguenze legali, anche se queste variano a seconda delle specifiche del caso. In ogni caso, si tratta di una decisione che sancisce ufficialmente le responsabilità nella crisi matrimoniale”.
Non solo un fastidio, quindi
“Le interferenze dei suoceri possono essere molto più che un fastidio quotidiano; in alcuni casi, possono compromettere la solidità del matrimonio. Tuttavia, trasformare questa dinamica in una questione legale richiede di dimostrare non solo la loro ingerenza, ma anche la responsabilità del coniuge nell’averla tollerata o favorita.
Per questo, è fondamentale affidarsi a un legale esperto, che possa analizzare a fondo la situazione e aiutarti a far valere i tuoi diritti. Sebbene affrontare un divorzio sia sempre una prova difficile, ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni può rappresentare un passo importante verso una nuova serenità”.