di Luca Muratgia.
La Coppa Italia continua a mietere vittime illustri così, dopo l’eliminazione della Fiorentina per opera dell’ arcigno Empoli di D’Aversa, tocca al Napoli dire addio alla competizione tricolore dopo i tre schiaffoni rimediati all’Olimpico contro la Lazio di Baroni. Come largamente anticipato dall’ allenatore Antonio Conte, i partenopei si presentano a Roma con una formazione largamente rivisitata con addirittura 11 cambi su 11 rispetto alla formazione titolare. La scelta, in verità particolarmente discussa, era stata motivata con la necessità di verificare, a circa quattro mesi dal suo insediamento, i progressi, ma anche i limiti, di tutti i calciatori che fino ad ora avevano avuto poche chances di mettersi in mostra ed operare, in seguito, le necessarie valutazioni.
Le risposte che cercava il tecnico salentino però non sono pervenute e le seconde linee non si sono dimostrate francamente all’altezza soprattutto in difesa dove la coppia di centrali, Rafa Marin e Juan Jesus, si sono resi protagonisti di fasi della partita francamente imbarazzanti consentendo agli avanti laziali di fare il bello e il cattivo tempo. Insomma i presagi non erano dei più confortanti e, con l’avvio di gara, c’è stata la conferma che sarebbe stata una serata in cui ci sarebbe stato davvero poco da divertirsi. La Lazio si mostra, infatti, arrembante fin dai primi minuti di gioco con un Napoli confuso, incapace di arginare la veemenza dei capitolini. Dopo appena venti minuti, Caprile riesce ad intercettare il rigore di Zaccagni, concesso per un atterramento in piena area di Pedro ad opera dello stesso portiere azzurro, posticipando solo di poco l’agonia che avrebbe contraddistinto la trasferta del Napoli in terra laziale e rimandando il vantaggio dei padroni di casa di appena 10 minuti quando Noslin, inspiegabilmente libero ad un metro dalla porta, di testa appoggia in rete il pallone del vantaggio biancoceleste.
Il Napoli a questo punto reagisce e reagisce in maniera vigorosa soprattutto con Neres che diventa l’unica spina nel fianco della retroguardia capitolina. Proprio da un’iniziativa del brasiliano nasce il gol del pareggio, realizzato dal Cholito Simeone che, sulla respinta del portiere su tiro dello stesso Neres, ribadisce in rete il gol del pareggio, anticipando in scivolata un distratto Patric.
Tuttavia si tratta di un fuoco di paglia, le speranze che i partenopei possano competere seriamente per il passaggio del turno, naufragano miserabile allo scadere della prima frazione di gioco quando un’azione in velocità dei padroni di casa, manda completamente in bambola la retroguardia partenopea con Noslin, ancora una volta colpevolmente solo, fredda Caprile sul primo palo. Questo Napoli, così come schiarato in campo, non ha le potenzialità per una nuova reazione e la terza rete, realizzata ancora una volta da Noslin autore quindi di una tripletta, chiude definitivamente i giochi. La restante parte della contesa, non fa altro che confermare l’inadeguatezza di alcuni dei protagonisti in campo, a competere per traguardi ambiziosi. Domenica prossima Napoli e Lazio replicano al Maradona, ma sarà tutta un’altra musica, almeno si spera.