di Luca Muratgia.
Prestazione sontuosa per il Napoli all’Artemio Franchi dove gli azzurri si impongono d’autorità contro una Fiorentina che si era presentata davanti al proprio pubblico con l’etichetta di squadra rivelazione del campionato. Una partita che rappresentava una sorta di spartiacque per concepire questo Napoli cosa avrebbe voluto fare da grande, quali sarebbero diventati, alla fine del girone d’andata, gli obiettivi di una squadra partita in sordina e sicuramente senza i favori del pronostico. Ebbene, il risultato finale pare estremamente semplificativo e sembra chiarire quali saranno le ambizioni dei partenopei, molto di più rispetto a qualsiasi analisi tattica, trasmissione televisiva, o articoli giornalistici dei più fini e raffinati professionisti del mestiere. Una vittoria dal valore enorme per almeno due ordini di motivi; indubbiamente per la portata del risultato rapportata al valore dell’avversario, la Fiorentina ha disputato, finora, un campionato di altissimo livello, ritrovandosi a ridosso delle primissime posizioni al punto da ingenerare, nell’ambiente viola, ormai sopite aspettative tricolori; non solo travi tifosi, ma anche qualche addetto ai lavori si è sbilanciato al punto da attribuire ai gigliati, eventuali crediti in ottica campionato. In secondo luogo, il Napoli si era presentato al Franchi con alcune defezioni importanti, oltre a Buongiorno, fermo ai box già da qualche settimana, si sono aggiunte anche quelle di Kvaratskhelia e Politano, eppure, nell’osservazione squisitamente tecnica della partita, questo handicap non si è notato, o quantomeno è stato mascherato in maniera egregia, segno di una squadra mentalizzata, con lo stesso atteggiamento, la stessa intensità e applicazione, indipendentemente dagli interpreti in campo.
La partita per larghi tratti è stata decisamente equilibrata e lo 0-3 risulta a tal proposito, ingannevole al cospetto dei valori emersi sul rettangolo verde. Il Napoli però si è dimostrato più squadra, più quadrato, più forte insomma meritando con largo margine la vittoria. Un primo tempo che, dopo la sfuriata iniziale dei viola, tanto veemente quanto improduttiva, vede gli azzurri prendere le redini e il comando delle operazioni che portano ad un gol annullato ad Oliveira per fuorigioco prima della prodezza da fenomeno di Neres che, approfittando di una sponda di Lukaku, taglia a fette la retroguardia viola, prima di scaraventare all’incrocio un pallone che De Gea fa appena in tempo a guardare.
Dopo la rete del vantaggio, a ridosso dei due tempi di gioco, il Napoli vive il momento peggiore della partita con fraseggi prevedibili, appoggi sbagliati ed una apparente perdita di equilibrio che sembra preludere al peggio. Dopo un gol giustamente annullato Kean, per un fallo di mano inizialmente sfuggito ai più, ci pensa ancora una volta Meret che, dopo le prodezze di Genova, si ripete con un doppio intervento tanto miracoloso quanto provvidenziale indispensabile per il mantenimento del risultato.
L’ulteriore e forse definitiva svolta del match, si ha al ‘53, e a rendersi protagonista, in negativo, è il difensore Moreno che dapprima si fa rubare, nella propria area, il pallone da Anguissa per poi stenderlo platealmente costringendo l’arbitro a fischiare il rigore che Lukaku realizza con la consueta freddezza, ritrovata dopo l’errore dal dischetto di domenica scorsa al Maradona contro il Venezia. La partita ormai sembra indirizzata in maniera definitiva ed ogni dubbio viene spazzato via dal destro a rimorchio di Mc Tominay che sfrutta come meglio non potrebbe un errore in disimpegno del giovane promettente Comuzzo e fissa il risultato sul definitivo 0-3.
Questa sera, insomma, Inter ed Atalanta, non saranno proprio entusiasti per quanto assistito a Firenze, perché questa vittoria certifica che, per la lotta al titolo, ci sarà anche il Napoli.